Quali e quanti dubbi sugli autovelox mobili o “Scout Speed”

Autovelox autostrada A14-A10, sono pronti per arrivare anche in città

Un vademecum per mettere a fuoco quali e quanti dubbi sugli autovelox mobili o “Scout Speed”. I nuovi dispositivi mobili di rilevazione della velocità degli automezzi, in dotazione degli accertatori del traffico, si chiamano “Scout Speed”. Una nuova generazione di autovelox che alcuni hanno definito non solo mobili ma anche invisibili. Tali sistemi possono infatti essere montati a bordo dei mezzi degli agenti di polizia municipale. Ciò significa che il loro funzionamento avviene in modalità dinamica e con un amplio raggio di azione. In estrema sintesi, si tratta di sistemi in movimento volti a rilevare la velocità dei mezzi, anch’essi in movimento. Tutto un gran movimento che, da più parti, ha fatto sollevare incertezze di vario ordine e grado. Vediamo quindi di approfondire quali e quanti dubbi sugli autovelox mobili o “Scout Speed”.

Potenziali rischi nelle dinamiche

Gli interrogativi che si stanno sollevando, da più parti, riguardano principalmente il livello di attendibilità, nonché i potenziali margini di errore delle suddette strumentazioni. Tra le questioni che destano maggiori perplessità, il fatto che i dispositivi siano predisposti per funzionare anche in caso di traffico intenso. Il che si traduce nella possibilità che più veicoli procedano tra loro affiancati, per di più tanto in avvicinamento che in allontanamento. Se a questo poi si aggiungono pure le diverse dimensioni degli automezzi, nonché le collocazioni delle targhe, i dubbi non possono che aumentare. Come si fa infatti ad escludere “in toto” dei margini di errore, quantomeno nell’accoppiare l’infrazione al giusto automezzo?

Potenziali rischi per gli automobilisti

Un panorama che viene ancora più a complicarsi anche sul fronte dell’automobilista. Spesso infatti si sta verificando che la contestazione dell’infrazione sia praticamente impossibile da effettuare in tempo reale. Per cui, all’automobilista verrà notificata una “contestazione differita” con tutti gli aggravi del caso, per risalire alla vicenda e alla esatta dinamica. Una situazione che può andare di pari passo pure con una carente e tempestiva segnalazione degli “Scout Speed” nella zona di percorrenza. Questioni, tutte queste, che per tacitare animi e automobilisti, richiederebbero più di un parere tecnico al riguardo. Per ora in tutta questa gran “movida”, una cosa appare certa: il potere di contestazione degli automobilisti sembra farsi sempre più complicato.