Per parafrasare un celebre Amleto potremmo chiederci: Reddito di cittadinanza o assistenziale? Questo è il problema. La Corte dei Conti è impetuosa sul reddito di cittadinanza: solo il 2% di coloro che percepiscono l’aiuto dallo Stato ha trovato lavoro. Una misura entrata a far parte delle leggi italiane con una finalità ben precisa: condurre i percipienti a trovare lavoro tramite i centri per l’impiego. A oltre due anni dall’introduzione della misura i risultati sono deludenti per la finalità. Gli italiani che percepiscono il reddito di cittadinanza, però, sono contenti cosi: prendono un mensile senza lavorare. Perché mai dovrebbero sporcarsi le mani, alzarsi la mattina quando poi alla fine è lo Stato che non riesce a piazzarli a lavoro?
La Corte dei Conti boccia il reddito di cittadinanza
A questo punto è il sistema reddito di cittadinanza che non funziona. Non stiamo prendendo le parti politiche di chi ha sempre contestato questa forma di aiuto ma solo analizzando la fotografia reale. C’è una forte disparità tra chi intasca i soldi del sussidio e coloro che hanno trovato un lavoro. Arriva anche la precisazione della Corte dei Conti e suona campane a morte. Il laconico commento del procuratore generale della Corte dei Conti Fausta Di Grazia è lapidario: “risultano essere state accolte circa un milione di domande, a fronte di quasi 2,4 milioni di richieste, delle quali solo il 2% ha poi dato luogo a un rapporto di lavoro”.
Ma quanti soldi sono stati stanziati
Dal rendiconto dello Stato risulta che per il reddito di cittadinanza c’è stato uno stanziamento di 5728,6 milioni di euro e impegnati 3878,7 milioni. Questo sussidio ha preso più una forma di reddito assistenziale e numeri alla mano è un mezzo fallimento. Il dibattito è aperto sul reddito di cittadinanza.
Cosa aspettarsi in futuro
Visti i risultati non è da scartare l’ipotesi dell’eliminazione del reddito di cittadinanza in futuro. Un boccone amaro da ingoiare per il Movimento 5 Stelle che ne ha fatto un cavallo di battaglia durante la scorsa campagna elettorale. C’è da dare atto che l’esperienza è stata fatta e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nella vita a volte bisogna prendere atto del fallimento e avere la forza di voltare pagina. Alla luce di quanto detto dalla Corte dei Conti, ente terzo e non politico, molti si chiedono se chiamarlo reddito di cittadinanza o assistenziale.