Importanti variazioni per i PIR, che tutti devono conoscere

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Importanti variazioni per i PIR, che tutti devono conoscere. C’è un nuovo ritocco in vista nella normativa sui PIR, e piuttosto importante. Per chi non lo sapesse i PIR sono i Piani Individuali di Risparmio. Nati qualche anno fa (nel 2016), hanno lo scopo di attrarre investitori e capitali verso l’economia reale. Lo fanno attraverso investimenti in massima parte verso PMI quotate e non, per massima parte italiane. La disciplina che li regola prevede un massimale di investimento di 150.000 €, da effettuare in 5 anni, con tranche massime di 30.000 euro annui. I vantaggi di questi strumenti? Niente tassazione sulle plusvalenze. Quindi un bel 26% di risparmio.

La proposta di modifica in discussione in Commissione Bilancio a Montecitorio prevede che la soglia dei 150.000 euro complessivi rimanga. Ma farebbe saltare il limite di 30.000 euro all’anno per investirvi. Lo scopo? Dare flessibilità ai versamenti. Incentivare il risparmio privato italiano verso investimenti meno liquidi. Ampliare le fonti di capitale di rischio, o comunque di accesso al credito. Giova anche ricordare che, con il decreto Rilancio, sono stati introdotti i PIR alternativi. Quindi, importanti variazioni per i PIR, che tutti devono conoscere.

Importanti variazioni per i PIR, che tutti devono conoscere

I PIR alternativi sono una misura di carattere strutturale, volta ad incentivare gli investimenti, sia in capitale di rischio che di debito, nell’economia reale. In questo caso, in particolare nelle società non quotate, cioè private. Nel fare ciò l’obiettivo è potenziare le capacità dei PIR di far arrivare ulteriore denaro all’economia reale. E’ infatti molto importante un aspetto, nei PIR alternativi. Tra gli investimenti qualificati, oltre agli strumenti finanziari, sono incluse anche fonti di finanziamento, alternative al canale bancario. Quali concessione di prestiti e acquisizione dei crediti delle imprese. Non per niente sono strumenti definiti “alternativi”.

Estremamente importante, poi, un’altra cosa. Chi investirà in questi nuovi PIR alternativi non avrà i limiti dei PIR tradizionali. Potrà infatti contare su un investimento massimo detassabile pari a 150mila euro annui fino a un valore complessivo di 1,5 milioni di euro. Il decreto, poi, permette anche la costituzione del nuovo PIR attraverso un’ampia categoria di intermediari. Non solo OICR aperti e contratti di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione, dunque. Ma anche ELTIF, fondi di private equity, fondi di private debt e fondi di credito.

L’Italia è arrivata tardi sui PIR, ma sta cercando realmente, per una volta, di fare le cose per bene, grazie anche all’introduzione di quelli alternativi.