Il mistero del BTP con cedola all’8,5% e scadenza nel 2023

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Il mistero del BTP con cedola all’8,5% e scadenza nel 2023. Sul mercato secondario della Borsa Italiana sono quotati moltissimi Buoni del Tesoro Poliennale. Dai più recenti, come il BTP Italia emesso a fine maggio, a titoli che sono in circolazione da quasi 30 anni e vicini alla scadenza. Si trovano Buoni del Tesoro Poliennale con cedole minime e titoli con cedole inimmaginabili per un bond governativo che sbarca oggi sul mercato. Tra questi ce n’è uno molto particolare. Nell’articolo vi riveliamo il mistero del BTP con cedola all’8,5% e scadenza nel 2023

L’Italia della Lira e dello SME

Circa 27 anni fa, nel dicembre del 1993 veniva emesso un Buono del Tesoro Poliennale con una cedola dell’8,5% (Isin IT0000366721). Una cedola che oggi è inimmaginabile, ma che ai tempi, con una inflazione in Italia molto alta, era quasi la normalità. Bisogna ricordare che allora si era in un’altra era. Non esisteva l’euro, quindi il titolo fu emesso in Lire. Non esisteva l’Unione Monetaria Europea e non esisteva neanche la BCE. La Banca d’Italia era la sovrana della politica monetaria nazionale.

Nel 1992 c’era stato l’attacco alla Lira. L’allora Governatore di Bankitalia, dopo avere bruciato miliardi di riserve valutarie per salvare la nostra moneta dagli attacchi speculativi, decise di capitolare. L’Italia uscì momentaneamente dallo SME e svalutò la Lira contro le altre valute forti d’Europa, in particolare il marco tedesco e la sterlina inglese.

Il mistero del BTP con cedola all’8,5% scadenza e nel 2023

Per l’Italia erano momenti di grandi speranze e ma anche di problemi legati al debito pubblico. Un anno prima, nel 1992, il Governo Amato attuò una manovra lacrime e sangue da 90 miliardi di lire. Oggi sarebbero 45 miliardi di euro circa. Manovra necessaria a trovare le risorse finanziarie a salvare i conti pubblici ed evitare un default annunciato.

In quel clima nel dicembre del 1993 nacque il BTP con cedola all’8,5%, quotato solamente un anno dopo a novembre del 1994. In realtà quello non era un titolo emesso per il mercato. A comprarlo fu Banca d’Italia e fu emesso ad hoc per l’istituto bancario nazionale. Una emissione da 3,1 miliardi sottoscritta interamente da via Nazionale. E che permise al Tesoro di incassare della liquidità necessaria a riassestare i conti pubblici.

Quel BTP banca d’Italia se lo è tenuto in portafoglio quasi interamente. Ad eccezione di qualche taglio dato ad investitori istituzionali. Un titolo appetibile con una cedola super ma che difficilmente lo troverete da comprare. Non ci sono quasi scambi sul mercato, pur essendo quotato. Chi ce l’ha se lo tiene.

Ma si può sempre puntare sul BTP scadenza 2023, con una cedola del 9%. E di cui abbiamo scritto in questo articolo