Come cambia la vita nei “Condomini solidali”

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Come cambia la vita nei Condomini solidali ? Per condominio solidale o “co-housing” ci si riferisce ai condomìni di nuova generazione. Una realtà di cui abbiamo cominciato a parlare con un precedente approfondimento, A stimolare ancora di più l’interesse, ha contribuito pure un post diventato virale sui social.

La notizia viene dalla grande Cina, dove delle giovani donne, amiche e colleghe, hanno acquistato un immobile. L’intento dichiarato è di stabilirvisi, per tenere salda l’amicizia e per invecchiare insieme. Una solidarietà che sta anche alla base di chi va a vivere in “co-housing”. Anche in assenza di pregressi rapporti di amicizia. Vediamo quindi come cambia la vita nei “Condomini solidali”.

Comunità elettive

Le persone che decidono di vivere in “co-housing” hanno una caratteristica comune: fare squadra. E’ frequente il caso in cui i futuri condòmini solidali, costituiscono un iniziale gruppo promotore. Ecco quindi che hanno cominciato a prendere il via, anche qui in Italia, condomìni dedicati a persone con interessi comuni.

Il target del condomino medio quindi varia, da caso a caso. Si va dai nuclei familiari, ai giovani alla loro prima esperienza di uscita di casa. Fino alle persone fragili e sole, nonché agli anziani. Ma come si fa ad incrociare le esigenze di persone affini? Le esperienze, fino ad oggi messe in campo, fanno propendere per diverse basi di partenza. Vale a dire: cooperative edilizie o anche società cooperative di abitazione, o gruppi di cittadini.

Come cambia la vita nei “Condomini solidali”

Una nuova formula abitativa importata dalla Scandinavia che comincia ad attecchire anche in Italia. Tra le regioni capofila: la Lombardia, il Piemonte, il Trentino, l’Emilia Romagna, la Toscana. In ultimo anche la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. Giuridicamente parlando, questi nuovi modi di abitare presentano dei tratti in comune con la multiproprietà, vista la turnazione nel godimento esclusivo di quote. Si pensi agli spazi comuni che, in questo caso, sono molto più strutturati e funzionali allo sviluppo della vita di relazione, rispetto ai comuni condomìni.

Per cui, sarà ad esempio ammissibile, previo avviso, fruire a titolo personale di una sala lettura ad uso comune. Quanto ai cosiddetti cohousers si tratta, per lo più, di proprietari, anche se in alcune realtà del Trentino, i condòmini sono inquilini che beneficiano di canoni di affitto calmierati. In epoca di distanziamenti sociali che inducono a stare alla larga dagli altri, i condomìni solidali puntano invece al senso di comunità, seppur allargata.