L’economia dell’usato e del riciclato ai tempi della crisi: quanto vale e quanto pesa? Guardate bene l’infografica che segue.
Rappresenta quella che viene definita Second Hand Economy, ossia l’economia dell’usato e del riciclo. Un’economia che può rappresentare una risposta concreta non solo per le persone, ma anche per il Paese e per il pianeta, generando valore reale in modo sostenibile. Le immagini dell’infografica arrivano dalla sesta edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da Bva Doxa per Subito, piattaforma per vendere e comprare con oltre 13 milioni di utenti unici mensili. Perché questa tipologia di economia può essere importante?
Una motivazione su tutte. La crisi economica che è appena iniziata promette di essere la più severa dai tempi della prima guerra mondiale. Qualche milione di persone rischia di perdere il posto di lavoro. Sicuramente diverse decine, se non centinaia di migliaia, non riusciranno a conservarlo. Calcoli delle associazioni confindustriali, artigianali e commerciali indicano come a serio rischio chiusura, per sempre, dal 10 al 40% delle imprese italiane. Sarebbe un’ecatombe.
Ecco quindi che l’economia dell’usato, del non buttato via, ma riciclato, messo a disposizione di altri, condiviso, può tornare estremamente utile. L’economia dell’usato e del riciclato ai tempi della crisi: quanto vale e quanto pesa?
L’economia dell’usato e del riciclato ai tempi della crisi: quanto vale e quanto pesa?
Diamo i numeri. Un italiano su due ha comprato o venduto usato nel 2019. il 58% l’ha fatto online. Il 66% l’ha fatto almeno due volte l’anno. Il guadagno medio per vendita è stato di 1.087 euro. In quali regioni si guadagna di più, vendendo usato e riciclando? In Veneto, Marche, Toscana, Lazio e Sardegna. Dove genera più valore questa tipologia di economia? In Lombardia, Lazio e Campania (non a caso le regioni più popolose). Quanto valore economico ha generato l’usato/riciclato nel 2019? Ben 24 miliardi di euro, di cui il 40% online. E questa cifra è pari all’1,3% del pil italiano.
I settori che hanno generato più valore? Auto e moto.
Poi materiale per la casa e vestiti, ed elettronica di consumo. Poi materiale ed abbigliamento sportivo e da hobbistica. Ma le cose per casa e per la persona sono prime in quanto a quantitativo comprato, seguite da ciò che concerne sport e hobbistica, elettronica e auto e moto. Le categorie più comprate e vendute sono arredamento e casalinghi, con circa ⅓ del totale. Molto comprati anche i libri e il materiale informatico, unitamente ad abbigliamento ed accessori. La stessa cosa vale per il venduto.
Molto interessanti, poi, le motivazioni di coloro che scelgono il materiale di seconda mano. Per il 44% perché è sostenibile, per il 40% perché è una scelta intelligente, per dare valore alle cose per il 37%. Ed interessanti anche le motivazioni del perchè si vende e si compra (sembra la stessa cosa, ma non lo è). Si vede per liberarsi del superfluo, non sprecare e guadagnare. Si compra per risparmiare, acquistare pezzi unici ed evitare sprechi. Un’intera sezione della ricerca è dedicata alla Gen Z in relazione alla Second Hand Economy. Concludiamo con una nota amara. Da quest’ultimo fatto sembrerebbe che i nostri giovani siano responsabili e aggiornati. Purtroppo, poi li vediamo a giro e li sentiamo parlare… e dobbiamo ricrederci.