Molti dei lavoratori che hanno un contratto part-time si pongono spesso numerose domande relative alla propria situazione contributiva e all’ammontare dell’assegno di pensione. Per quanto riguarda i calcoli e l’età di pensionamento, è opportuno fare delle distinzioni tra lavoro pubblico o privato. Di seguito rispondiamo agli interrogativi sulla pensione del lavoratore part-time: cosa cambia e come funziona?
Come funziona il pensionamento dopo un lavoro part-time
Come funziona il pensionamento per chi ha un contratto di lavoro part-time o a tempo parziale? Infatti come la più parte dei lavoratori sa, per raggiungere il pensionamento occorrono dei requisiti legati all’età e agli anni di contributi. In base all’opzione di cui il lavoratore sceglie di avvantaggiarsi, è opportuno verificare i requisiti ad essa sottesi.
Se consideriamo, ad esempio, il requisito utile al raggiungimento della pensione di vecchiaia, sappiamo che attualmente esso prevede: il versamento di 20 anni di contributi e 67 anni di età. Nel caso in cui il lavoratore abbia assolto all’obbligo lavorativo con un contratto a tempo parziale, per la pensione del lavoratore part-time: cosa cambia e come funziona?
Differenza tra le tipologie di impiego
Secondo quanto stabilisce l’art.7 del Decreto legge 463/1983 il calcolo contributivo subisce delle variazioni in base all’impiego privato o pubblico. In che senso? Quando si ha un contratto di lavoro part-time presso un ente privato, il conteggio temporale avviene al pari di un contratto full-time ad una condizione: che si rispetti il minimale Inps per lavoro dipendente (€ 206,23 settimanali), in ragione di quanto stabilito dal suddetto Decreto legge.
In ambito pubblico, invece, l’art.8 comma 2 della legge n.554/1988 giunge a fare chiarezza: gli anni in cui si è svolto lavoro part-time vengono considerati per intero al fine di acquisire il diritto alla pensione.
L’assegno di pensione a quanto ammonta?
Un aspetto di non secondario valore lo rappresenta l’assegno di pensione. Difatti, con il contratto part-time, il lavoratore rischia di ricevere un assegno piuttosto misero al momento del pensionamento. Una nota differente va riportata per chi ha accesso al calcolo retributivo per lavoro antecedente il 1996. In questo caso, l’assegno di pensione non dovrebbe subire una svalutazione riguardo l’impiego part-time.
Naturalmente, è sempre bene affidare la lettura del proprio caso ad esperti professionisti e considerare le opportunità di cui ciascun lavoratore potrebbe beneficiare. Non sempre, ad esempio, nel sistema contributivo, l’età e i gli anni di contribuzione sono sufficienti alla maturazione dei requisiti minimi di vecchiaia.