Come investire in Giappone nella maniera più corretta possibile? Ci sono strategie migliori di quella di comprare prodotti che seguano principali indici della Borsa giapponese? Sì, ci sono. Scopriamole.
Ci sono strategie che hanno riportato a tre anni un ritorno del 25,1%, contro un -3,6% dei fondi sull’azionario giapponese nel suo complesso. E, a ben pensarci, non solo sono alla portata di tutti, ma sono anche intuibili abbastanza facilmente. Eh sì, perché basta rifletterci, in fondo in fondo. Dopotutto, cosa cerchiamo, quando esaminiamo una data Borsa valori di un determinato Paese? Società che crescano in maniera quanto più costante, accrescendo il loro valore di anno in anno, aumentando i ricavi. E che distribuiscano una parte di questi ultimi sotto forma di dividendi, possibilmente accrescendo anche questi ultimi di anno in anno. Quindi ecco la “facile” risposta alla nostra domanda. Sono proprio le società del segmento “growth”, cioè quelle che crescono nel tempo, la soluzione ad una sovraperformance. Nello specifico, del mercato giapponese. Anche se, c’è da osservarlo, la strategia “growth” sovraperforma quella “value” ormai costantemente almeno dai tempi della Grande Crisi Finanziaria. E qui è davvero facile capire il perché. Ovviamente, quando si cerca di uscire da una crisi, sono proprio le società che possono crescere di più quelle in cui, scusate il gioco di parole, si trovi un maggior valore rispetto alle “value”.
Che, invece, sono società che ormai hanno finito la fase di crescita impetuosa, e che hanno assunto, appunto, un valore univoco, ben definibile e riconoscibile.
Il Giappone è uno dei mercati più incomprensibili, per gli investitori occidentali, con significative sottovalutazioni. Ma è dietro queste incomprensioni che si nascondono le vere opportunità di investimento. Come abbiamo appena detto, sono le strategie growth quelle che danno i risultati migliori, almeno da diversi anni a questa parte. La motivazione è da ricercare nelle active ratio e nei bassi beta dei prodotti finanziari, fondi ed ETF, che perseguono queste strategie. Nel primo caso si tratta di un tipo di metrica finanziaria che indica l’efficienza con cui un’azienda fa leva sulle attività iscritte in bilancio per generare ricavi e liquidità. Nel secondo caso si tratta del coefficiente che misura il comportamento di un titolo rispetto al mercato. Ovvero, la variazione che un titolo storicamente assume rispetto alle variazioni del mercato. Quindi, un basso beta indica titoli azionari meno rischiosi del mercato nel suo complesso. Ecco come investire in un mercato come il Giappone nella maniera più corretta possibile.
Come investire in Giappone nella maniera più corretta possibile, quindi?
Come operare, allora. Evitare i titoli bancari ed il settore delle automobili, che occupano un grande peso nell’indice, ma presentano dei limiti in termini di crescita e di gestione corretta del capitale. Il basso beta, come detto, riflette la solidità patrimoniale delle società scelte, la capacità di generare liquidità e stabilità. Vanno quindi cercati prodotti finanziari che integrino società giapponesi esposte al consumatore asiatico emergente o all’industria asiatica. E che, possibilmente, utilizzino processi ESG nella loro gestione.