Gli unici precetti che al momento ci interessano sono quelli che ci mettono nella condizione di evitare la contrazione del virus. Quindi, in quella che e’ divenuta oramai una psicopandemia, sorgono tante domande. Si ci chiede: l’estate lo rafforza, lo infiacchisce, le zanzare lo trasmettono? E poi, tra i tanti, e’ insorto anche l’interrogativo: l’aria condizionata lo favorisce? La risposta positiva alla domanda e’ scaturita da uno studio condotto da alcuni ricercatori cinesi che verra’ pubblicato a luglio sulla rivista Emerging Infectious Dideases.
La deduzione e’ nata dall’osservazione di un fenomeno verificatosi in un ristorante di Wuahn. In esso, il 23 gennaio, I componenti di tre famiglie, posizionati a tavoli distanti piu’ di 1 metro, sullo stesso piano del locale, sono risultati infetti. Si e’ pero’ osservato che l’infezione ha riguardato non tutti i tavoli che si trovavano in quella sala ma soltanto quelli posti in corrispondenza dell’aria condizionata. Infatti, quel giorno nella sala vi erano altri 73 commensali e 8 camerieri e nessuno di loro ha contratto il virus ma solo quelli posti in direzione del flusso di aria. Quindi, stando alla descrizione della vicenda sembrerebbe proprio che l’aria condizionata sia un veicolo di diffusione del virus.
Cosa si e’ dedotto
Di conseguenza, poiche’ nella sala del ristorante di Wuahn solo le tre famiglie indicate hanno riportato positivita’ al virus, gli studiosi hanno tratto la conseguenza descritta. Specificamente, gli autori dello studio hanno sostenuto che “la direzione del flusso d’aria sarebbe stata il fattore chiave dell’infezione”. Cioe’, hanno osservato: “le goccioline respiratorie piu’ grandi rimangono nell’aria solo per un breve periodo e viaggiano solo per brevi distanze, ossia meno di un metro”. Nella specie, invece, i commensali che si sono trasmessi il virus erano posizionati ad una distanza maggiore di 1 metro.
Piccole gocce aereosolizzate
Pertanto, soltanto il flusso d’aria condizionata ha potuto propagare le goccioline di aria condizionata infette da un tavolo all’altro. Infatti, piccole gocce aereosolizzate cariche di virus possono rimanere nell’aria e percorrere anche lunghe distanze. Tuttavia, questa descrizione dei fatti, analizzata nello studio, anche se convincente, andrebbe provata. Cioe’, andrebbe condotto uno studio non basato solo sull’evidenza fattuale ma scientifica per dimostrare la deduzione qui esposta. Andrebbero effettuati degli esperimenti per provare la trasmissione aerea. Certamente, la questione va presa in considerazione in maniera seria in occasione della riapertura delle attivita’. Locali e ristoranti si accingono a ripartire, quindi l’interrogativo sul punto andrebbe chiarito. Infatti, con il caldo si finira’ per utilizzare i condizionatori e questo potrebbe essere un grosso fattore di rischio.