Cosa potrebbe portare i mercati verso il basso?

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Molti i segnali positivi visti sulle Borse. Di fatto verrebbe da pensare che sia arrivato il cambio di rotta e che il rally della ripresa sia iniziato. Ma cosa potrebbe portare i mercati verso il basso?

L’analisi dei grafici

Il mercato azionario statunitense ha registrato un rialzo poderoso nelle ultime settimane. Numeri alla mano si parla del 30% dai minimi di marzo solo sull’S&P500. Effettivamente l’analisi dei grafici evidenzia alcuni elementi che possono far pensare che il peggio sia alle spalle. Ma, come detto più volte, quella che stiamo vivendo è una situazione molto particolare. Infatti i dati macro che stanno arrivando e che sono particolarmente difficili da reggere, evidenziano solo una parte, la prima, dell’epidemia.

Proteggere il capitale

Il quadro completo del crollo (Pil, produzione, prezzi, fiducia, PMI) si avrà solo nel corso dei prossimi mesi. Per questo motivo adesso, più che sul rialzo, che sicuramente arriverà, per proteggere il capitale, è meglio concentrarsi ancora su quegli elementi che fanno temere un possibile, ulteriore ribasso nelle prossime sedute. Cominciamo con ordine. L’estrema volatilità vista sui mercati ha portato i maggiori indici mondiali, nel giro di pochi giorni, da massimi storici (segnati poco dopo la metà di febbraio) a un mercato orso in piena regola. Poi la ripresa ha ribaltato nuovamente i livelli ed ora l’S&P500 risulta essere solo a -10% da inizio anno.

Gli interventi delle banche centrali

Alla base di questa inversione, il timido ottimismo riguardo alla possibilità di gestire l’emergenza. A dare una mano, come spesso accade, sono stati i vari e poderosi interventi delle banche centrali. Ma anche quello di molti governi che hanno deciso di sostenere l’economia e il sistema produttivo in crisi con iniezioni dirette di liquidità agli imprenditori e ai lavoratori. Da qui le speranze, se non di una ripresa, almeno di una stabilizzazione nei prossimi mesi. Nonostante tutto questo, però, resta il fatto che l’ambiente finanziario e lo scenario di fondo, possono restare ancora fondamentalmente ribassisti. Quali sono gli elementi che potrebbero favorire questo scenario?

Cosa potrebbe portare i mercati verso il basso?

Non bisogna infatti dimenticare che la ripresa dovrà riuscire a colmare un crollo senza precedenti. La maggior parte delle previsioni già guardano con fiducia al 2021 ma questo potrebbe essere un orizzonte troppo vicino per essere considerato l’anno della ripresa. In fondo negli Usa ci sono ancora 22 milioni di persone senza lavoro. Senza contare la situazione del lavoro in Italia. Il tutto mentre le previsioni di JP Morgan parlano di disoccupazione statunitense al 20% nel primo trimestre 2020 e il Pil Usa si contrarrà del 40% mondiale è visto in contrazione del 3%. Inoltre non bisogna dimenticare che lo stesso sistema produttivo e lavorativo, dopo il Covid-19, sono destinati a cambiare. L’incentivazione al telelavoro è praticamente una certezza. Certezza che sarà rafforzata da un innegabile calo della domanda.

Le varie incognite sui mercati

Ecco allora che il 2021 potrebbe essere una soglia troppo vicina per parlare di ripresa. Senza contare le varie incognite sui mercati ma anche sul sistema sociale. La disoccupazione potrebbe riassorbirsi con più lentezza rispetto alle tempistiche previste. Questo creerebbe anche tensioni sociali come se ne sono viste nelle scorse settimane. Le misure di stimolo potrebbero rivelarsi inefficaci. Senza contare che in Europa ancora si parla di cosa fare (e in che modo). E su tutti l’incognita più imprevedibile: lo stesso coronavirus che, in quanto agente patogeno, non guarda certamente le dinamiche di mercato. Un esempio? Una possibile ondata di ritorno dopo l’estate, cosa di cui già si parla come certa. Basterebbe questo per mescolare nuovamente le carte in tavola.