Le tensioni sulla Borsa di Milano e sui titoli bancari, il rialzo dello spread sopra i 200 punti, sono causati dallo scontro nell’Eurogruppo sul MES. L’Italia ha dichiarato di non volere ricorre al Meccanismo Europeo salva Stati, rinunciando a 36 miliardi di euro. Ma perché il MES scatena un dibattito tanto acceso tra chi lo invoca e chi lo respinge a priori? Ecco la verità che non vi raccontano sul MES. I motivi per cui conviene e quelli per cui non conviene attivare il MES.
Il dibattito politico sul MES mette sotto pressione i titoli di debito nazionali
In una situazione di estrema emergenza economica sui mercati qualcuno comincia a dubitare della tenuta dei conti dell’Italia senza gli aiuti concreti della UE. Secondo il Fondo Monetario Internazionale (), quest’anno il PIL nazionale potrebbe calare del 9,1% e la disoccupazione risalire a oltre il 12%. C’è bisogno di tutti i fondi necessari per affrontare prima l’emergenza economica e poi la ricostruzione. E i fondi che il MES mette a disposizione, 36 miliardi, sarebbero molto utili.
Tuttavia in Parlamento si è aperto un dibattito accesissimo tra le forze politiche, tra chi lo invoca e chi invece lo respinge a priori. Dibattito che è anche in seno alla maggioranza di Governo tra gli stessi partiti che sostengono l’esecutivo. Un dibattito che non giova certamente a rassicurare i mercati. L’impennata dello spread sul riaccendersi delle rivalità politiche in Italia lo sta a dimostrare.
Ma quali sono i motivi che spingono a non volere il MES e quali sono gli argomenti di chi invece lo invoca? Ecco la verità che non vi raccontano sul MES. I motivi per cui conviene e quelli per cui non conviene.
Ecco la verità che non vi raccontano sul MES
A cosa serve il MES? I fondi del Meccanismo Europeo salva Stati sostengono i Paesi della UE che non possono più finanziarsi sul mercato. O perché i loro titoli di Stato non vengono più comprati. O semplicemente perché il ricorso al mercato richiederebbe l’emissione di titoli con rendimenti troppo elevati. Così per evitare il default un Paese può richiedere di accedere ai fondi del MEF. Che però vengono concessi a condizioni precise, molto rigide. In condizioni normali l’accesso al credito del MES porta il Paese ad un controllo sui conti da parte della Troika, FMI, UE e BCE. Un vincolo che in Italia viene osteggiato anche in virtù di ciò che fu chiesto alla Grecia, quando nel 2012 vi fece ricorso. E questo è il motivo che spinge i detrattori del MES a rifiutarlo.
Ma il ricorso al fondo salva Stati porta anche dei vantaggi
Prima di tutto oggi non siamo in condizioni normali ma in una situazione eccezionale. E in questa situazione eccezionale oggi il ricorso al MES prevede vincoli molto meno stringenti di quelli che si adotterebbero in condizioni normali. In poche parole è chiaro a tutti, perché detto a più riprese dai vertici UE, che oggi il ricorso al MES non richiederà l’intervento della Troika. Alla condizione che i fondi siano utilizzati per fare fronte a spese direttamente o indirettamente collegate all’emergenza sanitaria.
Inoltre il ricorso al MES consentirebbe alla BCE di attivare l’OMT (Outright Monetary Transactions), ovvero acquisti, potenzialmente illimitati, di titoli di Stato sul mercato secondario. Operazione che permetterebbe di tenere sotto controllo la speculazione, e quindi lo spread e quindi i rendimenti.
MES, SURE, Eurobond o Fondo speciale, nulla è gratis
Già adesso la Banca Centrale Europea sul mercato sta comprando titoli di Stato italiani per tenere sotto controllo lo spread. Se non lo stesse facendo, noi adesso avremmo un differenziale di tassi di interesse con il Bund a 600 punti. Ovvero il livello a cui arrivò nella tarda primavera del 2012 prima che Mario Draghi dichiarasse difesa ad oltranza (whatever it takes). Ed è su questo che gli oppositori del MES fanno perno. Indipendentemente dal ricorso al MES la BCE già sta facendo da scudo ai nostri titoli di debito. Perché farne richiesta?
C’è un punto però che deve essere chiaro. L’Italia ha bisogno di almeno 200 miliardi per fare fronte all’emergenza economica e per fare ripartire la ripresa. Soldi che non ha. O si finanzia sul mercato, con l’emissione di titoli di Stato, facendo esplodere il debito pubblico al 150% o 160% secondo gli analisti. Oppure chiede un prestito alla UE. Che sia MES, sia il Fondo speciale per la ricostruzione (recovery fund), o sia il Sure, in ogni caso questo non sarà un prestito a fondo perduto. I soldi, in qualunque modo arrivino, andranno restituiti. Il dibattito che andrebbe fatto, secondo noi, non dovrebbe essere su MES si o MES no, ma su come restituire i soldi che ci presteranno e che poi dovremo restituire.