Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è a 230,7 mentre scriviamo, fortunatamente in calo rispetto ai 240 di ieri. Ma c’è poco da essere felici. Perché il debito pubblico italiano è sotto attacco?
Spread era una parola sconosciuta fino alla crisi greca del 2010 e poi quella degli altri debiti sovrani delle zona euro del 2011. In pochi mesi, gli italiani, che sono esperti in materia di qualsiasi cosa, quando si verifica un evento, sia il crollo di un ponte, che un’inondazione oppure un evento sismico, diventarono tutti economisti. Il termine spread era sulla bocca di tutti. Ma cos’è davvero, e perché è così importante? “Con il termine spread, letteralmente in italiano differenziale, viene comunemente indicata la forbice di differenza tra il rendimento offerto dal Btp a 10 anni e dal suo omologo tedesco, il Bund.”
Btp e Bund
Ma fate attenzione. “Lo spread non è un valore statico, ma dinamico. Esso cambia di minuto in minuto a seconda delle variazioni di prezzo che i due strumenti hanno nel corso della seduta di Borsa. Se il valore del Btp scende, e quindi il suo rendimento sale, mentre quello del Bund rimane stabile o si rivaluta, lo Spread tra i due titoli di Stato aumenta. Il discorso è evidentemente speculare nel caso di contrazioni dello spread.”. E perché il Btp viene confrontato con il Bund? Semplice. Perché le condizioni finanziarie della Germania sono le più solide della zona euro, tra le nazioni a maggior rilevanza ed importanza.
I fattori
Un sacco di fattori, sia esogeni (esterni) che endogeni (interni) possono influenzare lo spread e, quindi, influenzarne il prezzo. E’ di facile intuizione che se questi fattori sono “guidati” in qualche modo, il prezzo dello spread può arrivare a valori per i quali il debito pubblico di una nazione, di cui lo spread è un riflesso e una misura, può diventare difficilmente sostenibile. Ed è già successo. Quindi, ripetiamo la domanda del titolo: perché il debito pubblico italiano è sotto attacco?
Perché il debito pubblico italiano è sotto attacco?
Nel 2011, l’ultimo governo Berlusconi fu percepito come intimamente debole, a livello strutturale. La crisi greca aveva scoperchiato il vaso di Pandora dei debiti pubblici delle nazioni poco virtuose dell’Eurozona. Una dopo l’altra la Grecia prima, poi il Portogallo e l’Irlanda, caddero sotto la scure della speculazione internazionale. E furono costretti a chiedere aiuto all’Europa ed al suo braccio armato, la BCE. La Spagna scampò una ristrutturazione generale del debito, come avvenuto altrove (paragonabile ad un default, cioè un fallimento, tecnico) perché chiese aiuto solo per le proprie banche.
Ma queste furono comunque stravolte, pur ricevendo 44 miliardi di euro di aiuti. L’Italia, invece, fu salvata prima dalle dimissioni di Berlusconi, dal governo tecnico di Mario Monti che lo sostituì, eurocrate di lungo corso, e poi dal famoso “whatever it takes” di Mario Draghi nel luglio del 2012 a Londra. Vi ricordate a quanto era lo spread allora? Ve lo diciamo noi. Arrivò a 574 punti, ben più del doppio di adesso.
Spread e impennate
Considerate questo. Dopo 500 punti, un debito è considerato insostenibile e lo stato sotto attacco o fa qualcosa di molto serio per farlo scendere, e tranquillizzare gli investitori, o il default è dietro l’angolo, anzi, davanti. A 700 una nazione è fallita, senza speranza. Allora l’Italia ci arrivò davvero vicina, e solo quanto narrato la salvò. Oggi lo spread, con ben altre condizioni in essere, è ben sopra i 200 punti, e costa caro all’Italia, in termini di interessi da pagare sul debito. Ed abbiamo una BCE che sta comprando come una forsennata il nostro debito pubblico, qualunque emissione e qualunque durata. Quindi, perché il debito pubblico italiano è sotto attacco?
Semplice: perché l’Italia è vista strutturalmente debole. Riforme (indispensabili) al palo da anni, economia praticamente ferma anche prima della crisi, ed oggi sotto lockdown a causa del coronavirus. Il FMI internazionale ha previsto che quest’anno il PIL scenderà del 9,1%. Visto che il PIL italiano è circa 1800 miliardi, si parla di una perdita di 163,8 miliardi, praticamente 6,5 manovre finanziarie. Quale speculazione finanziaria internazionale non “attaccherebbe” un Paese che non sa difendersi e non ha i mezzi per farlo?