Troppe voci di corridoio paventano una possibile imposta patrimoniale sulla ricchezza mobile.
Questa patrimoniale sarà una imposta straordinaria o no?
In questa sede affronteremo gli eventuali effetti e scenari futuri della solo ipotesi di imposta straordinaria.
Partiamo dal concetto che il capitale disponibile in termini fisici di una nazione, in un lasso di tempo, sia dato, e assumiamo che il consumo sia in funzione non solo del reddito ma anche della ricchezza privata posseduta ( dove per ricchezza intendiamo anche i titoli di credito, come azioni, obbligazioni fondi di investimento). Il reddito delle famiglie viene in parte speso (consumato) ed in parte consumato.
Il risparmio in funzione del reddito
Il risparmio sarà in funzione del reddito ovvero che il reddito risparmiato aumenterà con l’aumento del reddito. A livelli di redditi molto altri alti livelli di risparmio. Il risparmio sarà prerogativa delle classi abbienti. Le famiglie delle classi meno abbienti consumeranno quasi tutto il proprio reddito per l’acquisizione di beni e servizi di prima necessità.Precisiamo che siamo in presenza di una funzione del consumo di stampo Keynesiano in cui C= CD + CY. Dove C è il consumo totale, CD il consumo dato, ovvero il consumo non influenzato dal reddito quindi dall’ attività patrimoniale e CY il consumo collegato al reddito in genere in forma percentuale dello stesso.
Qualunque imposta che colpisca una di queste variabili (reddito o ricchezza) inevitabilmente tenderà a ridurre i consumi. Quindi sia un’ aumento dell’IVA ( imposta sui consumi) sia una imposta straordinaria ( sul patrimonio) avranno l’unico effetto di ridurre i consumi. Nel caso in cui lo stato, al posto di una imposta straordinaria, emettesse un prestito pubblico che fosse sottoscritto dai cittadini, questo non comporterebbe una riduzione dei consumi in quanto in cambio del risparmio- patrimonio “prelevato” lo stato darebbe titoli del debito pubblico, quindi lo stock di ricchezza in mano alle famiglie rimarrebbe lo stesso, variando solo il suo aspetto qualitativo ( più titoli di stato meno fondi di investimento per esempio) non quello quantitativo. Lo stock di ricchezza nelle mani delle famiglie italiane sarebbe rimasta inalterata.
Una patrimoniale sulla ricchezza mobile: l’incidenza sulla ricchezza
L’imposta straordinaria incide sullo stock di ricchezza e questa può portare soltanto ad una contrazione dei consumi.
Questa imposta sulla ricchezza dovrà essere “su tutto lo stock mobiliare”, in quanto escludere alcuni titoli come quelli del debito statale (BOT, CCT BPT ,CTZ), potrebbe non avere gli effetti desiderati in quanto potrebbe esserci una fuga da determinati investimenti come quelli azionari o relativi ai fondi di investimento, e ciò vanificherebbe lo sforzo di una imposta patrimoniale straordinaria il cui unico scopo è quello di “far cassa”, in momenti di particolare crisi.
La ricaduta sui possessori di patrimoni mobiliari
Nel caso di ricorso ad una imposta straordinaria, l’onere ricadrà solamente sui possessori di patrimonio. Nel caso di una emissione straordinaria di titoli del debito pubblico una parte dell’onere ricadrà anche sui possessori di redditi di lavoro, che dovranno subire l’imposta ordinaria sul reddito per pagare gli interessi del maggior debito.
Questa imposta dovrà essere improvvisa, su tutto, e verso tutti “erga omnes” in quanto vi potrebbero essere differenti vie di fuga tra le varie figure di possessori di patrimonio con diverso grado di liquidità. Possiamo per esempio dividere i possessori in due soli grandi categorie: i possessori di ricchezza liquida (moneta, depositi bancari, c/c liquidi) e coloro che hanno immobilizzato il loro patrimonio in azioni, titoli di stato, fondi investimento ecc.
L’eventualità di un’imposta improvvisa
In caso di imposta improvvisa i primi potranno pagare senza problemi, i secondi saranno costretti a liquidare parte del proprio patrimonio o costretti a prendere a prestito dalle banche una somma di ammontare uguale alla imposta dovuta. Sulla somma presa a prestito saranno costretti a pagare un saggio d’interesse.
Nella situazione attuale con il livello del corso dei titoli e della borsa dovuto alla emergenza virus, per questi investitori si tratterà di un “vero bagno di sangue”. Nella storia economica si è osservato che questi tipi di prelievi forzosi comportano sempre un maggior aggravio per le categorie produttive. E questo perchè si vedono ridurre il proprio stock di capitale.
Inoltre in una economia evoluta non tutti i possessori di ricchezza possono essere equiparati a dei redditieri o essere considerati quale categoria improduttiva.
Una patrimoniale sulla ricchezza mobile: un esempio pratico
Consideriamo che un proprietario abbia venduto la propria abitazione principale ed unica che momentaneamente abbia depositato il suo prezzo di vendita sul suo c/c, in attesa di ricomprare un’ altra abitazione principale. In caso di imposta straordinaria sui c/c vedrebbe diminuito il suo stock di capitale solo per il fatto che aveva “parcheggiato” il suo capitale. Così facendo pagherebbe una imposta che non avrebbe mai dovuto sopportare.
In un momento di grave crisi finanziaria, di contrazione, di riduzione del corso medio dei valori mobiliari, l’imposta straordinaria non farà altro che aggravare la crisi in quanto farà crollare in misura considerevole i consumi. Di quanto i consumi saranno contratti? Non solo dell’importo della tassa che dovrà essere pagata, ma l’effetto moltiplicatore sarà maggior e in quanto andrà a ridurre lo stock di capitale che è in funzione del consumo indipendente dal reddito (CD). E questo effetto si ripercuoterà anche sui livelli di consumo futuro. Per attenuare almeno in parte il valore del moltiplicare si potrebbe pensare di effettuare una franchigia sotto la quale nessuna imposta è dovuta. Questo permetterebbe alle classi meno abbienti di poter continuare ad avere dei livelli di consumo accettabili.
La correlazione con l’inflazione
Il ricorso ad una imposta sulla ricchezza potrebbe essere più conveniente in una situazione di forte tensione inflazionistica ( quindi un eccesso di domanda). Perchè questa contribuirà a ridurre notevolmente la domanda di beni e servizi colpendo i consumi. Nel caso italiano di oggi con grosse spinte deflazionistiche, causate da assenza di domanda per difetto di reddito e in presenza di una crisi da sottoconsumo che si innesta su una crisi economica/finanziaria più generale causata dal coronavirus con ripercussioni global; l’introduzione di una imposta di questo tipo appare veramente illogica.
La spesa pubblica finanziata dal provento dell’imposta o dal prestito avrà comunque un effetto espansivo. Ma una spesa pubblica coperta da un imposta straordinaria avrà sempre e comunque un effetto espansivo minore della spesa coperta dal debito.
Conclusioni
Il debito pubblico, a parere dello scrivente, dovrebbe avere un valore anticiclico, ovvero contrarsi nei periodi di espansione e espandersi nei periodi di recessione.