Lavora in sede chi non può godere dell’opportunità dello smart working per cui potrà richiedere un bonus di 100 euro in busta paga. Non tutte le attività lavorative offrono, quale ancora di salvezza, l’opzione dello svolgimento delle consuete mansioni professionali a distanza. Alcuni funzionari degli sportelli pubblici che assicurano servizi agli utenti sono attualmente relegati in casa per evitare spostamenti non strettamente necessari. I docenti lavorano su piattaforme online per assicurare il regolare svolgimento delle lezioni con gli strumenti offerti da pratiche didattiche erogate a distanza. Negli ambiti professionali in cui è possibile si è progressivamente adottata la modalità del lavoro agile per frenare lo spostamento di migliaia di lavoratori.
Lavoratori in sede
La chiusura di negozi, bar, ristoranti, pub, istituzioni scolastiche e luoghi in cui solitamente si registra l’assembramento di gente si conferma un provvedimento imprescindibile. Il decreto Cura Italia del 16 marzo scorso ha previsto l’erogazione di un bonus di 100 euro per chi lavora in sede. Ciò perché moltissimi profili professionali non possono beneficiare di misure precauzionali che consentano di lavorare a distanza.
Vi sono servizi ai consumatori che richiedono la presenza dei lavoratori nella sede dell’attività lavorativa. Il trasporto e lo scarico di merci, seppur limitato ai beni di prima necessità, non può prescindere dalla presenza di operatori. Lo stesso dicasi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti soprattutto per le più recenti disposizioni comunali che hanno soppresso le isole ecologiche ambulanti.
Bonus di 100 euro per chi lavora in sede
Il dispaccio governativo assicura supporto economico a quei lavoratori che, in virtù della professione svolta, non hanno accesso all’opportunità del lavoro agile. Il bonus di 100 euro per chi lavora in sede raggiungerà i dipendenti tanto pubblici quanto privati che si ritroveranno l’aumento in busta paga.
Il contributo governativo pari a 100 euro netti spetterà per il mese di marzo, almeno stando al decreto più recente. I percettori del suddetto sussidio statale dovranno dimostrare di possedere un reddito complessivo inferiore a 40mila euro. Il bonus sarà calcolato in proporzione agli effettivi giorni di lavoro svolto in sede e non costituirà valore aggiunto ai fini del calcolo delle imposte. Verrà erogato direttamente dal datore di lavoro previo accertamento che il dipendente abbia svolto attività in sede nel mese di marzo.