Governo Conte: ulteriori rischi di crisi

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Confermale le ipotesi delle precedenti previsioni?

Dopo l’impeachment di Trump, il fine settimana ha destato non poche polemiche politiche nell’esecutivo italiano, probabilmente salite ad un livello di guardia. A tener banco soprattutto tre provvedimenti, che hanno diviso i partiti di Governo.

Concessioni, Italia digitale e normativa intercettazioni

Sul primo si è riscontrato soprattutto il netto dissenso di Italia viva che, forse per la prima volta nella storia della Repubblica, ha domandato la verbalizzazione del proprio voto contrario.

Un elemento che, solitamente, potrebbe far ritenere venuta meno la maggioranza con conseguente crisi, sotto il profilo costituzionale?

Certo la crisi è stata sfiorata.

Anche per i successivi commenti del partito di Renzi, che eufemisticamente potremmo definire non proprio edulcorati.

Comunque il provvedimento è stato approvato dagli altri partiti con la formula salvo intese.

Se poi queste intese non si raggiungono e Italia viva votasse contro in Parlamento, la crisi sarebbe probabilmente inevitabile.

Il provvedimento, contenuto nel decreto mille proroghe, assume un certo rilievo economico.

Infatti disciplina tutta una serie di rapporti con i concessionari autostradali, all’insegna di una normativa ritenuta, da Italia viva, contraria ai principi di uno Stato di diritto.

Altro provvedimento contrastato, ed al momento bloccato, è quello denominato Italia digitale, avversato sia da Italia viva, che dal PD.

Il decreto intercettazioni  e il Governo

Ci sarà  a marzo l’entrata in vigore  del decreto di riforma delle intercettazioni, a suo tempo presentata da Orlando.

Se, per un verso, la materia pare disciplinata in modo più garantista del passato, spostando dalla polizia giudiziaria ad un magistrato il giudizio sulla rilevanza della singola intercettazione.

Per altro verso ha esteso l’uso anche ambientale, non solo informatico, di quel particolare tipo di strumento, che potremmo definire nuovo trojan, in grado di effettuare anche intercettazioni ambientali.

Ne sorge peraltro un problema di non poco conto a livello costituzionale, a prescindere dal contenuto delle norme. approvate con la formula del decreto legge.

Da varie parti si avanza l’ipotesi di un abuso dell’utilizzo della decretazione d’urgenza, in assenza dei presupposti di necessità ed urgenza.

Si ipotizza quindi tutta una serie di ricorsi alla Consulta, per far decadere la normativa.

Insomma, un altro pasticcio, che si aggiunge a quello sulla prescrizione, problema ancora sul tappeto.

In sintesi, nonostante l’ottimismo ostentato dal Governo Conte in alcune dichiarazioni pubbliche, pare avvicinarsi sempre più un redde rationem per l’esecutivo in carica.

Nel frattempo, il  Ftse Mib  pare non aver tenuto conto di tali elementi, e in corrispondenza del setup previsto, ha ripreso la dinamica rialzista, giungendo però ad un ulteriore punto  di potenziale massimo.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT