Chi decide sui risparmi o su come investire in una famiglia? Gli uomini o le donne?
In un report della Consob relativo a 3mila individui, si chiarisce che la ricchezza netta delle famiglie italiane in rapporto al reddito disponibile è superiore alla media Eurozona, mentre il tasso di risparmio lordo domestico è inferiore. Tutto ciò è dovuto alla riduzione del peso dei titoli di Stato ed obbligazionari, mentre sono aumentate le attività assicurative e previdenziali e della liquidità.
Il divario tra Italia (40%) ed Eurozona (60%) esiste ancora in modo corposo per l’incidenza del debito sul PIL.
Ecco chi prende le decisioni
Gli uomini sono coloro che prendono decisioni in campo finanziario.
Il 60% dice di prendere la decisione finale dopo averne parlato con il partner, se trattasi di una famiglia il dato sale all’80% perché si apre il discorso anche ai figli. Gran parte ascolta “una sola campana” dopo essersi informato da soli sui vari siti di finanza ed investimento. Ma prima di prendere una decisione definitiva si interfaccia con un esperto soprattutto per capire nello specifico il prospetto del prodotto da scegliere.
Attitudini psicologiche
Rischio o meno coloro che si apprestano a fare investimenti vivono comunque tutto con ansia. Se non si è convinti si rimanda, c’è anche chi si mostra ottimista perché aiutato da un consulente del settore finanziario. Il vero dramma che vivono tutti, spregiudicati o meno, è quello del rischio e avversa le perdite. Un dato significativo è rispetto alla perdita: due terzi degli intervistati non sono disposti a investire se non hanno un minimo di certezza almeno di non perdere il capitale impegnato. Un altro terzo si rende disponibile “ a rischiare” piccole perdite rispetto al capitale investito.
Nonostante la non preparazione alla materia finanziaria, il 40% si ritiene con elevate capacità gestionali e decisionali. A dare efficacia alle scelte operate in ambito finanziario risulta l’ ottimismo, la fiducia negli intermediari e l’attitudine alla contabilità mentale.
Che popolazione siamo
C’è un invecchiamento della popolazione europea. L’età media è passata dai 40 del 2007 ai 43 del 2017. L’Italia non è ancora pronta al cambiamento digitale, infatti mostra un divario negativo ad altre realtà europee.