Attenzione inflazione in arrivo: come investire?

Inflazione

Tutto bene, tutto bello, dati macro europei in ripresa, dati macro americani in tenuta senza eccessi, Borse al Top…ma…attenzione inflazione in arrivo.

Una rondine non fa primavera…tanto meno in autunno …

Certo è che il dato di ieri sul costo della manodopera negli USA lascia poco spazio ai dubbi.

Anche perché dopo i picchi normalmente i dati potenzialmente inflazionistici da anni rientravano rapidamente nei ranghi.

Invece stavolta, dopo  i numeri elevati di giugno ed agosto, si è sì registrato il rientro di settembre ma seguito ora da questa nuova impennata autunnale.

Scatto verso l’alto che, per vari motivi, potrebbe essere il primo di una serie.

Tra le notizie economiche degli ultimi giorni questa, passata abbastanza inosservata sui mercati, assurge di diritto alla pole position.

Non tanto perché ci si attenda un effetto immediato sulle Borse (gli operatori certamente attenderanno conferme) ma perché apre le porte a uno scenario che andrà notevolmente a sparigliare le carte.

Le banche centrali rispetto al tran tran macroeconomico attuale dovranno semmai prendere atto di un cambiamento significativo del quadro di riferimento.

Dati macro USA: attenzione inflazione

Produttività non agricola (Trimestrale) (3° trim.) -0,3% 0,9% 2,5%
Costi unitario della manodopera (Trimestrale) (3° trim.) 3,6% 2,2% 2,4%

D’altronde con tassi ribassati, QE di qua dall’Atlantico banche centrali che (BCE esclusa) stampano moneta come i produttori del Monopoli…inevitabile che, prima o poi, l’inflazione rialzasse la testa.

Che poi si riveli anche positivo (visti i timori di recessione) o meno sarà tutto da verificare.

Certamente sarebbe una botta per le politiche monetarie espansive di FED, BCE e company.

Tanto che non vorremmo affrontare i mercati con i titoli azionari scoperti nel momento in cui qualcuno si sognasse di parlare di rialzare i tassi per combattere le pressioni inflazionistiche.

La migliore strategia per investire nel caso si prospettasse uno scenario del genere sarebbe rimettersi in liquidità.

L’aumento dell’inflazione porta  a rialzi dei tassi e ad azioni che potrebbero perdere appeal…ma ci sarà tempo.

Produttività in calo

Come si nota sopra in tabella, e come assolutamente normale, un dato inflazionistico sul costo del lavoro incide immediatamente e in negativo sulla produttività calcolata nello stesso periodo.

Questa rinnovata attenzione verso l’inflazione non vuole dire che ci si debba precipitare a vendere azioni.

Semplicemente poniamo un richiamo a prestare attenzione al monitoraggio di un fattore di rischio per i mercati  azionari a cui, da anni, eravamo disabituati.