La startup danese attiva da oltre 10 anni, ha rivoluzionato il modo di ascoltare la musica, superando le resistenze delle grandi etichette discografiche. La compagnia grazie al suo servizio freemium è schizzata ai vertici delle maggiori classifiche di business per prospettive di crescita e di profittabilità.
Dal 2016 al 2018 è stato registrato un incremento degli utenti attivi da 75 a 140 milioni, degli utenti abbonati da 10 a 70 milioni.
Questo fa diventare Spotify fra le azioni promettenti e consigliate a Wall Street.
La guerra tra i competitors
Tuttavia il mercato dell’on-demand musicale risulta affollato di competitors di grosso calibro come Amazon (AMZN) ed Apple. Colossi che sembrano avere più carte da giocare per accaparrarsi un ruolo preponderante. Proprio per questo motivo, gli analisti di Fortune si sono mostrati scettici sulle capacità di Spotify di crescere ancora e di mantenere la sua posizione definendola “Onefailaway from becominglessrelevant” ( ndr. “Ad un fallimento di distanza dall’uscire dal mercato”).
La risposta della società non si è fatta attendere e le prospettive sono incoraggianti. Secondo i risultati del terzo trimestre la crescita della compagnia non frena: 31% di abbonati rispetto allo scorso anno, raggiungendo quota 113 milioni contro la previsione di 112. Un utile operativo di 54 milioni di euro su ricavi per 1,73 miliardi di euro contro la previsione di una perdita di 30 milioni su 1,72 miliardi di euro di ricavi.
Come investire?
Dopo un settembre sotto tono, il titolo della società danese ha ripreso a salire, l’interesse degli investitori riguardo al titolo è crescente. Le previsioni basate sull’informazione dell’ultimo trimestre fanno presupporre una crescita sia nel breve che nel medio periodo. Da notare l’elevata volatilità giornaliera del titolo che si posiziona oltre i 2 punti. Secondo gli analisti infatti cresce l’appeal speculativo, questo può portare diversi investitori a cercare rapidi guadagni di breve termine.
