Fiducia dei consumatori USA in calo: uno schiaffo a Trump

fiducia dei consumatori

A forza di tirare la corda inventandosi criticità economiche inesistenti Donald Trump ce l’ha fatta: la fiducia dei consumatori USA oggi è segnalata in brusco calo e ampiamente sotto le attese.

Probabile che alla Casa Bianca questo dato che spesso coincide con l’umore dell’elettorato fosse l’unico che non si volesse in discesa.

Gli altri dati facessero pure per arrivare poi in volata alla campagna elettorale del 2020…

Ma la fiducia no. Gli elettori The Donald li vuole compatti al suo fianco.

E invece proprio dalla fiducia il Presidente deve incassare una stoccata probabilmente inattesa.

La fiducia dei consumatori USA è comunque dato emotivo e ipersensibile, anche a giugno aveva piazzato una frenata più o meno su questi livelli.

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata

    Redbook (Annuale) 5,2% 5,4%
    Redbook (Mensile) -1,1% -0,9%
    Rapporto sulla fiducia dei consumatori (Set) 125,1 134,1 134,2

Tra l’altro possiamo notare come anche l’anticipatore dato del Redbook segnali una seppur limitata contrazione sia su base mensile che in scala annuale.

Anche qui nulla di epocale, ma piccoli segnali di nervosismo che certamente hanno a che fare coi reiterati slanci di preoccupazione del Presidente americano.

Un Trump che invece di godersi il più lungo ciclo virtuoso dell’economia americana continuamente si diletta nello sparigliare le carte.

Ciò chiaramente per arrivare poi in pompa magna alle prossime elezioni presidenziali.

Fiducia dei consumatori USA in calo come reagirà Trump?

Ora questo fastidioso dato sulla fiducia dei consumatori USA immaginiamo agiterà nuovamente l’inquilino dello studio ovale.

Come reagirà?

Dobbiamo aspettarci un Tweet di nuovo conciliante sui dazi con la Cina o un cinguettio aggressivo nei confronti della FED cui certamente attribuirà le colpe di questi segnali.

Qualcosa ci fa pensare che, magari a distanza di qualche ora, potrebbe fare entrambe le cose…

Per le Borse, in ogni caso, la questione dazi riveste un peso specifico superiore alle diatribe con la FED, banca centrale che va comunque avanti per la strada tracciata.

Ecco perché il nervosismo di queste ore potrebbe presto rientrare.

Attenti ai Tweet…

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