Torna il pessimismo sui mercati ma non più per i dazi. O per lo meno non solo per quelli. Stavolta c’è di mezzo il Pil di Berlino, la produzione industriale di Pechino e anche la curva dei rendimenti Usa, quella tra i biennale e il decennale.
Piazza Affari
Ieri 1,36%, oggi oltre il -2%. Svaniscono le speranze di un allentamento delle tensioni sul fronte dei dazi sperato ieri con l’annuncio di una possibile tregue sulle tariffe commerciali decise da Washington contro Pechino. Continua, dunque la volatilità sui mercati europei, italiano incluso. Lo spread, cioè il differenziale tra Bund tedeschi e Btp italiani, si aggira sui 217 punti mentre il rendimento del Btp, arriva a 1,52%.
I mercati del Vecchio continente
Nemmeno a dirlo, il resto d’Europa è sulla stessa barca. E così Parigi soffoca sotto il peso di un -2% sul Cac 40, Londra è affossata con il suo Ftse 100 e il Dax di Francoforte chiude con un sonoro ribasso di oltre il 2%.
Wall Street
Naturalmente Wall Street non può non risentire di tutto quanto sta accadendo. Poco dopo le 16, infatti, l’S&P 500 perde l’1,7%, il Dow arriva a -1,75% e il Nasdaq sfiora il -2% attestandosi a -1,95%.
Complice il Pil tedesco nel secondo trimestre, a -0,1% con un pericolo recessione tecnica per quella che un tempo fu la locomotiva d’Europa, le borse hanno iniziato a cadere sotto i colpi del pessimismo. A questo si aggiungano altre pesanti zavorre. Prima fra tutte il forte rallentamento della produzione industriale cinese. A luglio, infatti, non si è andati oltre un 4,8% su base annua. Non accadeva da 17 anni. Non aiuta nemmeno l’aria che tira sull’industria europea. Nell’eurozona la produzione industriale scende dell’1,6% e nella Ue-28 dell’1,5%. Guardando i singoli paesi spicca però il -8,8% dell’Irlanda e il -4,5% del Portogallo. In negativo anche il risultato della Germania: -1,8%.
Curva dei rendimenti
Oggi a spaventare, e non poco, è l’inversione della curva dei rendimenti dei titoli di Stato Usa. Nello specifico quella tra il titolo a 2 anni e quello a 10. Numeri alla mano si parla di un rendimento del biennale a 1,623% contro un 1,620% del decennale. Statisticamente è sempre allarme recessione tra i due bond presi come riferimento. L’ultima volta: nel 2007.
Mercati nel panico
Siamo in pieno nelle aree di minimo proiettate per il periodo 1 luglio/30 dicembre e come scritto da giorni siamo in un range temporale e di prezzo dove si dovrebbe ripartire al rialzo.
Il prossimo setup annuale scadrà il 21 agosto ed entro questa data attendiamo un bottom. Se non si verificherà quanto atteso e i supporti di lungo termine verranno rotti al ribasso, lo scenario annuale subirà una drastica modifica.
Quali sono i livelli che faranno ripartire gli acquisti?
Chiusure giornaliere superiori a:
S&P 500 Index
2.895
Ftse Mib Future
20.540
Dax Future
11.788
Eurostoxx Future
3.369
Questo sarebbe un primo step di allentamento delle tensioni ribassiste a cui dovrebbero seguire chiusure settimanali di conferma.
Come al solito si procederà per step.
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