Revolut: analisi di una possibile rivoluzione nel trading

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Il sogno di tutti coloro che fanno trading è quello di non pagare commissioni, oltre ovviamente ad ottenere dei cospicui guadagni dalle operazioni. È di dominio pubblico che per poter operare sui mercati è necessario un intermediario, che sia un broker o una banca, con cui si stipula un contratto e contestualmente si apre un conto trading. Quello che però a volte diventa una spina nel fianco sono proprio le commissioni sulle operazioni, soprattutto quando non sono basse.

Un outsider alla ribalta

In questi giorni si sta parlando molto di Revolut, un’azienda fondata nel 2015 da Nikolay Storonsky e con quartier generale a Londra. Questa startup che opera nel settore FinTech, è nata sostanzialmente come fornitrice di servizi bancari e si è fatta strada per la sua carta di debito prepagata. A ciò si sono aggiunti una serie di servizi, tra cui cambi di criptovalute e pagamenti peer-to-peer (da utente a utente). Nel 2018 ha raccolto finanziamenti per 250 milioni di dollari e ha ottenuto la licenza dalla BCE di Banca “specializzata”, che ricordiamo pone una limitazione nella possibilità di fornire servizi di investimento.

Uno sguardo all’interno dell’azienda

Agli inizi di quest’anno Revolut ha annunciato di essere arrivata alla strabiliante cifra di quattro milioni di utenti, che per una startup sono davvero tanti. Intanto però, una nota rivista del settore tecnologico, ha pubblicato un report sulle condizioni interne dell’azienda, soprattutto in merito a pratiche non ortodosse di gestione del personale, quali ore di straordinari non retribuiti e orari impensabili nei quali lavorare. Tutto ciò ovviamente per far fronte ai benchmark di riferimento ed avere un’ottima reputazione da un punto di vista delle performance.

Gli ultimi sviluppi di Revolut

Intanto gli utenti sono diventati quasi 6 milioni. Ed è di pochi giorni fa la notizia che tramite una piattaforma dedicata, sarà possibile investire su più di 300 titoli a Wall Street. La cosa interessante è che l’investimento potrà essere di tipo frazionato, il che significa che con 10 dollari si potrebbe acquistare una frazione di azione di un gigante come Amazon che vale al momento 1826 dollari.

Il trading senza commissioni

Oltre all’investimento in azioni di tipo frazionato, forse la cosa che più ha fatto parlare di Revolut in questi giorni è stata la possibilità di fare trading senza alcuna commissione. Le implicazioni e le conseguenze di quest’annuncio sono assolutamente da valutare. In primo luogo per il fatto che, se dovesse prendere il volo, darebbe realmente del filo da torcere a tutti gli intermediari finanziari che esistono sul mercato.

Pensiamo ad esempio ai broker, che sono in forte competizione proprio sul fattore commissione, oltre che su quello relativo alle certificazioni. Pensiamo, inoltre, anche alle conseguenze sulla clientela consumer che non ha mai operato sui mercati. Investire così poco e per di più senza commissioni, farebbe gola anche chi è assolutamente a digiuno di borse e non ha grosse disponibilità economiche. Del resto per ammissione dello stesso Nikolay Storonsky, hanno “…reso i servizi finanziari più accessibili a chi per anni non ha avuto la possibilità…”.

Come si evolverà questa vicenda non lo sappiamo, ma apparentemente sembra che si stia parlando di una vera e propria rivoluzione.