Borse in ribasso: le previsioni di Goldman Sachs

usa cina

Borse e mercati stanno prendendo coscienza di un sempre più probabile ritorno della guerra commerciale. Ecco le previsioni di Goldman.

La situazione

I mercati sono in picchiata. Alle 15.45 (ora italiana ) Wall Street oscilla tra il -0,5% di S&P 500 e Dow e il -0,8% del Nasdaq. Ma i problemi ci sono anche per l’Europa. Il Dax è a -2,3% superato di poco dal Cac 40 a -2,4%. Il Ftse 100 arriva a sfiorare il -2% mentre il Ftse Mib perde l’1,7%. Cosa accadrà prossimamente?

Di sicuro la Cina non resterà a guardare. Infatti Pechino ha già fatto sapere di criticare fortemente le decisioni di Washington giudicandole “scorrette”. Probabilmente la Cina aumenterà lo stimolo monetario già in atto da parte della sua banca centrale per proteggere la sua economia. Questa, secondo Goldman Sachs, la prima e più importante reazione di Pechino. Leggermente differente, invece, la view di Citi secondo cui, adesso, il gigante asiatico potrebbe preferire aspettare e non muoversi immediatamente. Anche perché l’avversario Trump è persona vista come piuttosto umorale dai vertici cinesi.

La pressione sulla Fed

A prescindere dalle varie analisi, resta il fatto che il Dragone potrebbe aver intuito prima di tutti che la volontà di Trump non è tanto quella di combattere l’import cinese quanto quella di mettere sotto pressione la Fed. Di fronte ad un’economia palesemente in difficoltà, infatti, il governatore della Banca Centrale Usa si troverà costretto, giocoforza, ad aumentare le strategie di stimolo e ad accordare, quindi, quegli ulteriori tagli sui tassi che i mercati già stanno intravedendo come possibili. Nonostante poco più di 24 ore fa il governatore Powell affermasse il contrario e facesse passare l’idea di un taglio “preventivo” da interpretare come unico e solo provvedimento. Nel frattempo, però, gli Stati Uniti continuano a minacciare ulteriori tariffe.

L’annuncio di Trump e la reazione delle Borse

Ieri, infatti, Washington ha annunciato che applicherà tariffe del 10% su $ 300 miliardi di merci cinesi a partire dal 1 settembre. Tutto questo in aggiunta ai $ 250 miliardi di merci già soggette a dazi del 25%. Così facendo, quindi, dal primo settembre non ci sarà più oggetto alcuno che, in arrivo dalla Cina, non sarà soggetto a tasse doganali. Inoltre la Cina sarà costretta a gestire non solo l’incertezza proveniente dall’estero ma dovrà anche sostenere la sua economia domestica per riuscire a mantenere quel target di crescita fissato tra il 6% e il 6,5%.