Turismo in calo nell’avvio di estate 2019

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Inizio di estate 2019 con numeri poco promettenti per il turismo in Italia.

Avevamo già segnalato i rischi che un’anomala miniripresa inflattiva evidenziava in Italia.

E infatti i nostri timori sono stati confermati dai dati previsionali  pubblicati da  Cst per Assoturismo Confesercenti e che riguardano l’estate 2019 fino ad agosto.

Se sarà confermato questo trend una vera doccia gelata e, trattandosi di soldini, non di quelle piacevoli.

Si noti che sarebbe la prima volta dopo cinque anni di crescita che il nostro Paese, prevedibilmente, segnerà un significativo deflusso turistico.

Da giugno ad agosto si computano infatti circa 205 milioni di presenze attese, vale a dire circa 2 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2018.

L’aumento dei prezzi

E’ bastata un’annata super come il 2018 per spingere molti operatori ad aumenti dei prezzi che non hanno alcun senso.

I prezzi per le loro forniture e i costi di manodopera sono invariati.

A latere sono rimasti invariati i redditi dei potenziali turisti sia italiani che europei.

Ergo aumentare i prezzi è stata mossa sbagliatissima.

Scelta aggravata e miope visto che poi altre nazioni tipo Spagna e Grecia non lo hanno assolutamente fatto!

E ora se ne pagano le conseguenze.

E non sarà certo l’aumento dei prezzi a compensare il calo delle presenze, visto che, a prescindere dai maggiori ricavi su qualche voce, il budget dei turisti è rimasto immutato.

Quindi spendendo qualcosa in più di qua risparmieranno su altre voci della vacanza.

Il meteo

Il report poi giustifica il calo dei flussi turistici verso il belpaese con il presunto meteo incerto…

Ma quando mai? Perché giustificare scelte sbagliate attaccandosi a un elemento che, un giugno di pieno solleone, conferma essere una arrampicata sugli specchi poco credibile.

La qualità del servizio

Buon senso vorrebbe che a un aumento dei prezzi corrispondesse un aumento della qualità dei servizi.

Ma così non è.

Animazione confusa e talvolta poco educata non sono certo un plus per attirare gente sulle nostre spiagge.

E anche sul cibo registriamo, tanto per fare un esempio una frase sentita più volte ultimamente: “possibile che le piadine acquistate in città siano più buone e gustose di quelle mangiate in Riviera?”

E per chi non dispone di un mare da copertina questi sono punti persi che pesano.

Per ogni zona potremmo fare esempi simili…

Le città d’arte pare scendano meno ecco forse quelle lezioni subite dai flussi turistici in epoche recenti hanno prodotto qualche effetto calmierante.

Personalmente resto dell’avviso che l’abolizione degli Enti del Turismo locali, tra decine di enti veramente inutili ancora attivi, sia stato un gravissimo errore.

Senza generalizzazioni banali ma pare proprio che sempre più la miopia imprenditoriale privata vada estendendosi.

E sul turismo non ce lo possiamo assolutamente permettere.