Nell’era dei subprime vennero emesse decine e decine di obbligazioni bancarie con sottostanti crediti ipotecari.
Le cosiddette cartolarizzazioni.
Che poi vennero addirittura realizzate a leva tramite i CDS sui medesimi titoli… follia pura!
Ma non è di questi eccessi che vogliamo parlare oggi.
Limitiamoci a normali obbligazioni con sottostanti mutui immobiliari.
Pare che le obbligazioni bancarie siffatte stiano tornando di moda.
Obbligazioni bancarie: cosa non funzionò durante la crisi subprime?
Scontato partire dagli eccessi del mercato immobiliare e dai correlati eccessi delle banche che concedevano credito per valori ben superiori al valore corrente dell’immobile.
In alcune zone l’eccesso di offerta immobiliare ha prodotto una drastica svalutazione degli assets immobiliari, in altre meno.
Comunque in generale il settore è stato profondamente colpito dalla crisi di 10 anni fa.
Rimanendo però collegati al discorso delle obbligazioni immobiliari cosa non funzionò?
Perché non fu possibile distinguere la validità e solidità dei titoli? Anche assegnare rating minimamente sensati avrebbe aiutato…
Proprio qui sta il punto!
Obbligazioni bancarie senza rating e senza logica
Agli albori del nuovo millennio, in scia alla deregulation bancaria, fu un susseguirsi di cartolarizzazioni di crediti.
Le banche poi li ponevano come sottostante a emissioni obbligazionarie per raccogliere nuovi danari per poi prestarli, cartolarizzare i relativi crediti, fare nuove emissioni e così via…
In un ciclo senza ipotetica fine…
E invece la fine arrivò mandando a rischio di crash l’intero sistema bancario mondiale.
Sistema bancario globale che ancora si lecca le ferite.
Il punto nodale fu la miscela insensata interna alle cartolarizzazioni.
Venivano immessi nello stesso titolo crediti di alta qualità con crediti di bassissima qualità e spesso in velocità senza nemmeno la piena consapevolezza del valore medio dei sottostanti ad ogni emissione.
Ovvio che nel momento della crisi, il mercato non fece o meglio non potesse fare distinzioni e i prezzi precipitarono e poi addirittura scomparvero dai monitor per quasi tutti questi titoli.
Ancora ora all’interno di fondi e polizze giacciono titoli che fanno riferimento al mark to market ovvero all’ultimo prezzo disponibile, magari di dieci anni fa…
Ma che non ha nessun riferimento con l’ipotesi concreta di una reale vendita.
Obbligazioni bancarie: attenti al lupo
Ecco perché nel momento in cui le cartolarizzazioni e relative emissioni obbligazionarie paiono tornare di moda è importante sapere di cosa si sta parlando e di quali sono le esperienze pregresse.
Che poi ad oggi le banche abbiano imparato la lezione e creino ed assemblino titoli il cui rating sia affidabile e riconoscibile è assolutamente credibile e oltre che auspicabile.
Ma a buon intenditor…occhi aperti dunqe,caccia al rendimento sì…ma cum grano salis!