Prospettive economiche e crisi di governo Intervista a Gian Piero Turletti

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COSA PENSA DELL’ATTUALE SCENARIO FINANZIARIO E POLITICO?
IN PARTICOLARE, RITIENE CHE SIAMO IN PRESENZA DI RILEVANTI NOVITA’?
In realtà, mi vengono in mente scenari già ripetuti un discreto numero di vote, nella storia dei governi di questa repubblica.
Chi ha memoria politica, oltre che storica, non può non ricordare l’avvicendarsi di governi, prima del ’94, tutti a guida democristiana, con le eccezioni dei governi Craxi e Spadolini.
In pratica, si trattava sempre di crisi che sfociavano nella stessa configurazione governativa, ma con un cambio del presidente del consiglio.
Mi pare che il tutto si stia ripetendo, in questi giorni, anzi in queste ore.
Peraltro non dimentichiamoci che sia Renzi che Letta traggono le loro origini politiche proprio da radici democristiane.
MA QUALI SCENARI SI APRONO PER IL NOSTRO AESE?
Proprio un’oretta fa, rispetto a quando sto realizzando questa intervista, Renzi ha praticamente deciso per la fine di questo governo.
Nella cosiddetta prima repubblica va poi ricordato che non era necessaria una parlamentarizzazione della crisi.
Una volta che uno dei partiti della maggioranza, ed a maggior ragione se si trattava del partito del presidente del consiglio, aveva sfiduciato una compagine governativa, il presidente del consiglio si recava dal capo dello stato a dare le dimissioni.
La sostanziale differenza rispetto a quei tempi, soprattutto in relazione ai temi di nostro principale interesse, quelli economico/finanziari, è che mentre all’epoca poco o nulla cambiava, se non per questioni correntizie interne ai partiti, ora invece pare aprirsi una stagione diversa, incentrata anche sui contenuti.
PROPRIO A TALE RIGUARDO, A SUO AVVISO, QUALE DIFFERENTE IMPOSTAZIONE POTREBBE CARATTERIZZARE UN GOVERNO RENZI RISPETTO AL GOVERNO LETTA?
Analizzando la situazione nel suo complesso, possiamo dire che sostanzialmente Letta abbia seguito le orme di Monti.
Molta attenzione ai parametri relativi alla spesa pubblica, ma scarso interesse per la situazione economica del paese.
Anche il programma presentato ieri ne è una riprova.
Verrebbero sostanzialmente stanziate alcune decine di miliardi a favore del rilancio economico e delle imprese.
E COSA C’E’ DI MALE?
Occorre considerare quali sono i veri effetti dei provvedimenti economici.
Investire nel rilancio economico comporta ricondursi a quella teoria del moltiplicatore, di keynesiana memoria, in base alla quale un tot di risorse finanziarie investite nell’economia, sotto forma di spesa pubblica o defiscalizzazioni, consentirebbero all’economia un rilancio, inteso come maggiorazione di spesa per investimenti e consumi, in misura cioè superiore rispetto all’entità della manovra economica stessa.
Tutto questo, come sappiamo, incontra un preciso limite nell’entità della manovra stessa.
Al di sotto di un certo limite quantitativo, questo tipo di manovra rischia di essere del tutto inutile.
Non a caso, l’ufficio studi della confindustria ritiene necessaria una manovra di alcune centinaia di miliardi.
L’alternativa del programma di Renzi vorrebbe spingere in questa direzione, cioè varare riforme soprattutto istituzionali che, a suo parere, consentirebbero poi risparmi di spesa rilevanti con conseguenti margini di manovra decisamente maggiorati.
QUAL’E’ LA SUA OPINIONE?
Non so, a questo punto, se Letta si dimetterà spontaneamente, rassegnando le dimissioni nelle mani del capo dello stato, o se aspetterà un eventuale passaggio parlamentare.
Ma anche se Renzi guidasse un nuovo governo, non è detto che manovre economiche ambiziose possano andare in porto necessariamente in tempi veloci, soprattutto se le coperture devono passare tramite riforme di tipo istituzionale.
Piuttosto, se l’obiettivo è quello di recuperare velocemente risorse finanziarie, la via più rapida sarebbe quella di rinegoziare i trattati europei, in modo tale da consentire nuove politiche monetarie espansive, mal viste dalla corte costituzionale tedesca.
Proprio in vista delle prossime elezioni, pare aumentare la quota di euro scettici, e questo potrebbe essere uno stimolo per consentire maggior flessibilità nella politica monetaria.
E PER QUANTO RIGUARDA LE DINAMICHE DEI MERCATI?
Non mi pare che i recenti avvenimenti stiano producendo chissà quali scossoni, almeno a giudicare da queste ore.
In particolare, per quanto riguarda uno strumento solitamente attento a fattori anche politici, come il btp, va detto che non sono presenti, al momento, elementi che facciano pensare ad un’inversione del trend in atto.
Tuttavia, non va sottovalutato l’alert per la prossima settimana.
Mi riferisco, in particolare, al setup spazio/temporale di Magic box, che proietta un potenziale massimo del btp future in area 118,5/118,7 proprio per la prossima settimana.
Ovviamente occorrerà seguire le dinamiche dei corsi, per verificare eventuali segnali d’inversione.
Questi potranno ricondurre a diverse tecniche, a partire dall’impostazione dei corsi secondo le griglie di Attila. Peraltro lo stesso Magic box consente di monitorare la posizione in essere,tramite le indicazioni provenienti dal canale disegnato dal metodo stesso.
In particolare il relativo supporto, la prossima settimana, interesserà area 113/114, che dovrà quindi essere attentamente monitorata.

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