Costo del lavoro: Italia fuori gioco

costo del lavoro

La nostra Repubblica, recita la Costituzione, è fondata sul lavoro ma, a pensarci bene, verrebbe da dire sul costo del lavoro.

In realtà pare proprio che sia fondata sulle tasse!

Il lavoro è centrale, direi fondamentale nello sviluppo e nel funzionamento dell’economia.

Per le imprese, rappresenta un costo (costo del lavoro) che esorbita ampiamente la mera uscita per le retribuzioni corrisposte ai lavoratori.

Oltre a salario e stipendio le ditte sono gravate dai contributi sociali a carico dei datori di lavoro.

Questo panel di costi risulta pertanto  uno dei principali elementi decisivi nell’incidere sulla competitività delle imprese.

Ovviamente poi rilevano, anche il costo del capitale (ad esempio interessi sui prestiti e dividendi sul capitale) e svariati elementi tra cui sempre legati al personale le competenze e la produttività del lavoro.

Costo del lavoro: dipendenti in tutti i sensi

Per i lavoratori dipendenti, operai o impiegati il compenso percepito per il proprio lavoro, più comunemente denominato salario o stipendio, rappresenta in genere il principale se non unico introito.

Questa voce pertanto incide in modo determinantenel bilancio famigliare e di conseguenza è decisiva per la capacità di spesa o di risparmio delle famiglie.

Troppa differenza tra costo del lavoro e netto in busta

Sappiamo che la busta lorda comprende i contributi sociali a carico del dipendente, da lì si arriva alla retribuzione netta  che ovviamente è calcolata al netto di tali contributi.
Oltre ai contributi sociali vengono poi sottratti gli altri importi dovuti allo stato come prima di tutto le imposte sul reddito.

La definizione delle imposte sul reddito è correlata alla situazione delle famiglie in termini di reddito e composizione,  pertanto il calcolo della retribuzione netta si genera in base alle diverse situazioni familiari tipiche.

Costo del lavoro: Italia in fuorigioco

Qualcuno vorrebbe anche giustamente che le aziende italiane mantenessero le attività in Italia.

Giustissimo ma basta guardare la tabella seguente per capire perché molti imprenditori si sono visti praticamente costretti a spostare centri produttivi all’estero.

Costo del lavoro

Inserita anche l’IVA che un normale lavoratore spende abitualmente anche solo per recarsi al lavoro e pranzare vediamo che l’Italia è all’ultimo posto come potere d’acquisto.

Ovviamente è tristemente al primo per quanto riguarda tasse e contribuzioni tra parte a carico dell’azienda e quota a carico del dipendente.

Costo del lavoro: così è impossibile attrarre capitali e diminuire la disoccupazione

Se non si lavorerà seriamente sulla diminuzione del costo del lavoro sarà impossibile per l’Italia risalire la china.

E questo sia nell’abbattimento della disoccupazione che sul fronte dell’attrazione di capitali nelle imprese.

E si badi si intendono capitali esteri ma anche italiani.

Visto che molti italiani ormai preferiscono rinunciare ad attività d’impresa e accontentarsi proprio per gli oneri sul lavoro che si aggiungo alle pesanti pastoie burocratiche.

Come sarà possibile conciliare la riduzione del costo del lavoro che dovrebbe essere un vero Must con le politiche di austerity dell’UE?
Su questo quesito si giocherà il futuro dell’Italia.