La Germania è reduce dal periodo peggiore in termini di dati macroeconomici nonostante da anni tutta la politica dell’UE sia costruita a sua immagine e somiglianza.
Da anni, le scelte sia della Commissione che guida l’UE che della BCE sono pesate sui desiderata di Angela Merkel e del suo governo.
Anni di strategie che hanno affossato le economie di numerose nazioni UE specie quelle dell’area del Mediterraneo.
Direttive che hanno caricato all’eccesso la burocrazia, creato disoccupazione e ampliato le diversità sociali facendo salire il numero di poveri a dismisura.
Il tempismo della BCE sulle dinamiche tedesche
Ma come si scriveva sopra non solo la UE ha favorito la Germania: anche la BCE si è mossa in sincronia con l’economia tedesca.
Come se i dati teutoni fossero gli unici riferimenti da prendere in considerazione.
Un esempio per tutti.
Terminato il QE abbiamo registrato da parte di Draghi & Co un breve periodo di immobilismo condito addirittura dal progetto di alzare i tassi nel 2019.
Ciò, nonostante la disastrosa situazione in cui versavano nell’ordine Francia, Italia e Spagna. Per non parlare della Grecia…
Va detto che comunque Francia e Spagna hanno ottenuto deroghe dall’UE sufficienti evidentemente a calmierare loro eventuali malcontenti.
Ebbene, è bastato che qualche dato tedesco segnasse il passo per vedere subito la BCE in rapido movimento fino a cancellare con velocità inusuale la decisione di alzare i tassi nel 2019.
E questo sine die. Ovvero senza più indicare una data precisa.
Non solo è stato fissato un mini QE tramite un TLTRO fissato per settembre.
Manovra che guarda caso ha subito calmierato l’allarme su Deutsche Bank.
Non solo l’dea della TLTRO ha fatto decadere il progetto di una fusione con Commerzbank che avrebbe privato la Germania di uno dei suoi due “colossi”.
Le regole non valgono per la Germania
Ma quello che più disturba è la regolare e continuativa “assenza di presenza” della BCE riguardo alle ripetute e molto, molto consistenti violazioni della Germania rispetto ai quantitativi di prodotti esportabili.
Il tutto mentre ad altre nazioni come l’Italia viene imposto di mandare al macero le proprie eccellenze agricole per evitare un flusso di esportazioni che esorbiti i quantitativi concessi.
Insomma un evidente quanto inaccettabile favoritismo che ha trovato recentemente una giustificazione da un membro della Commissione UE ancora più improponibile e grottesca.
“Ove si va bene noi non interveniamo…”
Ma come a noi vengono rimproverata la scarsa crescita e veniamo limitati mentre a chi è più forte viene concesso di crescere tramite export ancora di più?
Ad ogni lettore la valutazione!
Bilancia commerciale della Germania : rispettati i parametri UE?
Anche il dato odierno con la bilancia commerciale tedesca in saldo positivo nonostante i recenti affanni contiene certamente tracce di questo fastidioso quanto inaccettabile favoritismo.
Esportazioni tedesche (Mensile) (Mar) | 1,5% | -0,3% | -1,2% | ||||
Saldo della bilancia commerciale tedesca (Mar) | 20,0B | 18,2B | 18,7B |
Oltre al salto sopra attese e dato precedente fa specie l’exploit delle Esportazioni tedesche.
L esportazioni a +1.5% versus un -0.3% di consensus e -1.2% del dato precedente ci confermano che qualcosa non quadra.
La lettura degli analisti non poteva certo scostarsi di molto da quello che in teoria l’UE dovrebbe concedere…
I sospetti aumentano quando poi al posto del dato sull’import (evidentemente penoso per le recrudescenze nazionalistiche in forte ripresa in Germania) viene pubblicato un insignificante dato di Indice emozionale come il seguente:
Indice dei direttori degli acquisti del settore importazioni tedesche (Mensile) (Mar) | 0,4% | 0,5% | -1,6% |
Concludiamo con una battuta: vuoi vedere che presto anziché UE si chiamerà UG o magari UT?