6 errori da non fare in matrimonio e salvare amore e soldi

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Due cuori e una capanna ? È l’ideale evergreen di ogni coppia ma quando poi si passa per le firme in Chiesa e in comune le questioni monetarie entrano prepotentemente in gioco. Falso chi va dicendo il contrario. Perché 10 o 20 o 40 anni di vita coniugale insieme non arrivano così per caso o per puro scherzo del destino. Presuppongono piena comunione d’intenti a 360° gradi: affettivi, di complicità, …di cash. Altrimenti la temuta lettera dell’avvocato prima o poi ce la si ritrova tra le mani. Vediamo allora 6 errori da non fare in matrimonio e salvare amore e soldi e garantirsi lunga vita di coppia.

Primo: non fare passi più lunghi della propria gamba

Il discorso non è: “vietato spendere?”, bensì: “perché spendere di più di quanto posso?” Non è una sottigliezza di poco conto. Se lui o lei compra un vestito lussuoso che incide per il 40% sul budget mensile familiare, possono mettersi in preventivo delle conseguenze. Perché in quel mese vuol dire che molte altre spese potrebbero essere a rischio o semplicemente tagliate. Il discorso poi si complica enormemente al salire del valore assoluto della singola spesa in questione. Esempio: perché indebitarmi per comprare un’auto-capriccio da €50.000 e pagare rate del prestito per i prossimi 6/8 anni? Priverei me stesso e il partner di tanti altri piccoli piaceri: le vacanze, una nuovo divano, uno scooter, etc. Morale: evitare di spingere un solo singolo acquisto fino al massimo del nostro budget. Metteremmo in tensione quello che in economia si chiama “vincolo di bilancio”, e che in una coppia si traduce: “evitiamo le guerre”.

Secondo: target sharing

La chimica deve stare tanto negli sguardi quanto nell’essere sulla stessa lunghezza d’onda. Se lui intende destinare diecimila euro per una moto solo per andarci al mare mentre lei vuol dare priorità ad urgenti lavori di casa, è tosta. Perché non è poi da escludere che lei si rifiuterà di salire su quella moto, mentre lui si sentirà spesso  l’”invito a crescere”. Avere obiettivi condivisi è il segreto per volare lontani, anche sul piano degli obiettivi finanziari. Un conto è impegnare €100 solo per se stessi o comunque la “contabilità spicciola quotidiana”: colazione, giornale, il calcetto, … Altro paia di maniche sono gli impegni da migliaia e migliaia di euro (casa, auto, istruzione dei figli etc). O la si pensa più o meno allo stesso modo (sulle scelte cruciali, ovviamente) o altrimenti la stabilità del legame viene messa in discussione.

Terzo: non avere segreti

Qui basterebbe il semplice detto che “le bugie hanno le gambe corte” per comprendere la portata del consiglio. Il successo della coppia passa anche per l’onestà sui soldi. Mettere all’occorrente il partner su guadagniamo, depositi in banca, polizze vita o fondi pensioni, etc. equivale a un attestato di trasparenza senza eguali. Del resto ci prefiggiamo di vivere con lui/lei il resto della nostra vita e sotto lo stesso tetto: che senso avrebbe nascondersi? A chi o a cosa gioverebbe? Anzi anche la condivisione di questi aspetti “materiali” potrebbe ulteriormente rinsaldare la coppia. Oltre ad aiutare a ottimizzare le uscite e guadagnarci nel benessere finanziario complessivo della coppia.

Quarto: evitare di parlare della gestione dei soldi

In una coppia si parla di intimità, della crescita dei figli, dei programmi del weekend, delle scarpe comprate o di quello che dicono gli amici. Perché dovrebbe costituire un “reato” o un “peccato” parlare di soldi? Manco si vivesse di aria fritta o tra due estranei. È del tutto sbagliato, sostengono gli esperti, il non toccare il discorso a priori, alla stregua di un tabù. Perché in tal caso ogni circostanza sarebbe il perfetto terreno di scontro. E che alla lunga, nei casi estremi, potrebbe condurre al non dialogo e/o al non rispetto altrui.

Quinto: complicità anche nella gestione del portafoglio

La coppia è la traduzione umana del termine complicità. Attributo che va coniugato in ogni dove: i figli si fanno e si crescono in due. La cura della casa e del giardino spetta a entrambi, come il fare la spesa, occuparsi di bucato e stiro, etc. Perché sulle spese di una certa entità questo principio non dovrebbe trovare applicazione? Nella vita coniugale sono guai quando uno dei due impone sistematicamente limiti di spesa all’altro. Ci si espone a frequenti scontri fino a portare chi li subisce a pensare di prendere decisioni più drastiche. Amare vuol dire coinvolgere, valorizzare, rispettare; non vuol dire mettere una cappa. Perché tutti, prima o poi, si scappa dalle cappe. Anche quando sono di tipo finanziario.

6 errori da non fare in matrimonio e salvare amore e soldi

La maturità di una coppia si vede (e passa) anche per il tramite della pianificazione finanziaria. Preoccuparsi l’uno del piano pensionistico dell’altro, per esempio. Oppure cercare una polizza Rca di tipo familiare dove il conducente “più virtuoso” si trascina il partner. Oppure trovare il giusto consulente finanziario (meglio se indipendente) che imposti e faccia fruttare il patrimonio. Ma anche temi quali la successione, la gestione di un’azienda di famiglia, un’assicurazione sulla vita, etc. Sono tutti attestati di crescita e maturità che assicurano ai coniugi lunga sopravvivenza anche in tema di gestione (familiare) patrimoniale.

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