Lo scorso 22 febbraio è stata festeggiata, in Giappone, la Giornata Nazionale del Gatto. La scelta della data è dovuta al fatto che, in giapponese, 22/2 (22 febbraio) si dice “nyan nyan nyan” equivalente di “miao miao miao”.
La passione del popolo giapponese per i gatti è smisurata. Anzi, possiamo parlare di vera e propria venerazione. Il maneki neko (“gatto che chiama”) tipica statua giapponese raffigurante un gatto che richiama l’attenzione di chi lo guarda, è simbolo di fortuna e prosperità.
Varie sono le leggende legate a questa immagine. La letteratura giapponese attinge tutt’ora, e a piene mani, dall’universo felino.
Molte sono le storie che vedono nei libri un gatto come protagonista. Alcune di queste sono molto profonde e possono farci riflettere sul rapporto con il nostro animale. Vediamo 3 romanzi fatti apposta per gli amanti dei gatti.
3 romanzi fatti apposta per gli amanti dei gatti
Partiamo dall’autore più conosciuto dai lettori. “Abbandonare un gatto” di Murakami Haruki – per tutti solo Murakami – è una delle rare opere in cui lo scrittore nipponico parla della sua vita. In questo romanzo breve (88 pagine), l’autore rievoca un avvenimento realmente accaduto nella sua infanzia per tracciare il rapporto con suo padre.
Passiamo a “Se i gatti scomparissero dal mondo” di Kawamura Genki. Protagonista di questa storia, un postino che vive con il suo gatto, di nome Cavolo. La vita scorre tranquilla, finché il Diavolo in persona si manifesta con una proposta che comporta un grande sacrificio. Riuscirà il protagonista a rinunciare al suo amato gatto?
Il Giappone sconosciuto ai più
Finiamo con “Tokyo tutto l’anno”, di Laura Imai Messina. Trasferitasi a Tokyo per motivi di studio, l’autrice poi ne rimane affascinata. Attraverso gli occhi di chi, da turista, è divenuta cittadina, ci presenta una Tokyo famigliare e quotidiana. Usando la città come mappa psicografica, ci mostra la parte di Giappone sconosciuta ai più. I vicoli, le tradizioni, i gatti che sbucano agli angoli di strada.
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