Nel mondo dei corporate bond vediamo 3 obbligazioni con rendimento al 9% e 11% lordo circa: pregi, rischi e possibili strategie. Di una di esse (un’obbligazione targata Carnival Cruise Line) ne avevamo già parlato circa un paio di mesi fa. Ma un’altra società crocieristica, la Royal Caribbean, a maggio ha imitato la collega emettendo i primi due bond. La società norvegese-americana, con sede a Miami, nelle ultime ore ne ha emessi altri due, uno dei quali si tratta di un convertibile. Tralasciamo quest’ultimo e vediamo come stanno andando queste 3 obbligazioni rendimento al 9% e 11% lordo circa: pregi, rischi e possibili strategie. Precisiamo che il 1° bond tratteremo è della Carnival e gli altri 2 della Royal C.: due società gemelle per l’operatività ma distinte e separate in tutto e per tutto. Partiamo dal più anziano per arrivare poi all’ultimo appena emesso.
Il bond codice ISIN USP2121VAE40
Di questo bond della Carnival Cruise Line ne avevamo esposto i dettagli all’emissione in questo preciso articolo. Si tratta di un bond triennale in dollari con scadenza l’01/04/2023 e con cedola, in emissione, all’11,5% annuo. Da allora i corsi hanno recuperato molto terreno, registrando circa un +8% dai minimi di aprile; ieri ha chiuso a 106,754 (fonte grafico in basso:. Deutsche Börse). Ai corsi odierni rende in pratica il 6,418% effettivo netto annuo.
Il bond codice ISIN USV7780TAC72
A maggio invece la “collega” Royal Caribbean ha emesso 2 obbligazioni per complessivi 3,3 miliardi di dollari. Per essi aveva scelto un’emissione a 3 anni (ISIN: USV7780TAB99) e l’altra a 5 anni (ISIN: USV7780TAC72). Le due cedole sono pari a, rispettivamente, al 10,875% per il triennale e l’11,5% per il più lungo. Dei due analizziamo solo quest’ultimo. Anche su questo bond sono stati forti gli interessi degli investitori. Dal 20 maggio (1° giorno di negoziazione) il bond è salito dal minimo di 97,55 all’odierno 109,90: in pratica un rialzo dell’11,26% in circa 3 ottave. Quindi ai corsi attuali il rendimento effettivo netto annuo oscilla sul 6,56%. Il grafico sottostante (fonte: Börse Frankfurt) ne evidenzia il trend.
Il bond emesso nelle ultime ore
Infine nelle ultime ore sempre Royal Caribbean ha emesso due obbligazioni a tre anni, entrambe per 1 miliardo di $. Uno dei due è in realtà un bond convertibile, che qui non analizziamo. Per entrambi si tratta comunque di due titoli “unsecured”, ma hanno come garanzia sottostante 7 navi da crociera. Gli obbligazionisti risultano pertanto primi nella linea dei creditori.
Quanto al bond non-convertibile, ha cedola al 9,125%, leggermente inferiore al triennale di maggio ed ancor di più da quello che ad aprile aveva emesso la concorrente. Per tutte le emissioni di Royal Caribbean, il rating dato da Moody’s è pari a “Ba2”, non-investment grade. Lo stesso dicasi anche la Carnival Cruise Line (e in generale per tutto l’universo-shipping da crociera).
3 obbligazioni con rendimento al 9% e 11% lordo circa: pregi, rischi e possibili strategie
Il piccolo investitore si domanda: cosa fare? Rispetto all’articolo di aprile del bond Carnival Cruise Line, dopo 2 mesi di rialzi oggi la situazione è molto più in bilico. I mercati in questo tempo hanno comprato in larga parte perché supportati dall’operatività della FED. Quest’ultima infatti sta comprando pesantemente anche i corporate bond. Continueranno ancora a salire? Molti dubbi, specie su questi bond considerati comunque di categoria junk. Royal Caribbean e Carnival Cruise Line navigano in pessime acque, altrimenti non offrirebbero quelle cedole così elevate. Meglio, di solito sopra il 7% di rendimento si considera il suo emittente come molto a rischio. Qui siamo addirittura al 9% e all’11,5%, quindi aldilà del limite. Al momento fatturano solo debiti e costi, e scommettono sulla speranza di ripartire quanto prima; ma di certo non sarà domattina.
Dunque, si possono considerare queste 3 obbligazioni adatte a tutti? Assolutamente no, specie dopo i rialzi che il mercato ha già fatto fare. Di esse occorre tenere in forte considerazione almeno tre elementi:
1) il rischio controparte;
2) il rischio cambio;
3) la scarsa liquidità dello strumento.
Detto ciò, spiragli di interesse residuano per chi ha comunque elevatissima propensione al rischio. E cerca delle opportunità (altamente speculative e quindi ad altissimo rischio) di diversificazione. Tuttavia simili strumenti non dovrebbero mai oltrepassare quote marginali della componente obbligazionaria corporate.