3 errori da evitare per non perdere il reddito di cittadinanza a settembre 2020

reddito di cittadinanza

Il Comitato di Redazione vi indicherà almeno 3 errori da evitare per non perdere il reddito di cittadinanza a settembre 2020. Ricordiamo che all’incirca un terzo degli attuali percettori del sussidio lo perderanno proprio alla fine di settembre. Ciò perché rientrano fra i primi beneficiari dell’ammortizzatore economico e ricevono la ricarica mensile da aprile 2019. Il reddito di cittadinanza ha difatti la sua naturale scadenza dopo 18 mesi, ma esiste la possibilità di richiederne il rinnovo.

Secondo il Decreto legislativo n. 4/2019 deve tuttavia intercorrere un mese fra la decadenza del diritto al sussidio e la ripartenza dell’erogazione dell’assegno. Secondo quanto stabilisce il Decreto Il che significa che chi inoltra all’INPS la richiesta per ottenere nuovamente il riconoscimento dell’aiuto statale rimarrà un mese senza ricarica. Di conseguenza, a settembre riceverà l’ultima ricarica e dovrà attendere la fine di ottobre 2020 per inoltrare la domanda di rinnovo. Nell’articolo “Quante volte si può chiedere il reddito di cittadinanza?” il Lettore troverà risposta a dubbi e interrogativi. Gli Esperti di Redazione vi segnaleranno adesso 3 errori da evitare per non perdere il reddito di cittadinanza a settembre 2020. Ciò perché i nostri Lettori possano continuare a ricevere il beneficio sopratutto se nel frattempo non abbiano trovato un impiego con retribuzione.

3 errori da evitare per non perdere il reddito di cittadinanza a settembre 2020

La prima causa di esclusione dal godimento del sussidio riguarda la presentazione dell’ISEE. Il percettore deve infatti inviare l’aggiornamento della propria situazione reddituale e comunicare entro 15 giorni qualunque variazione. Con ciò si intende l’obbligo di comunicare tempestivamente all’INPS se ci sono mutamenti nella composizione del nucleo familiare o relativi al reddito.

Il secondo errore da evitare per non far decadere il diritto al beneficio consiste nell’accettare almeno una delle tre offerte di impiego. Ricordiamo difatti che il percettore che rifiuta una proposta lavorativa congrua si espone al rischio di perdere il reddito di cittadinanza. Il terzo motivo che decreta la sospensione dell’indennizzo riguarda la sottoscrizione di alcuni accordi. Sul portale ufficiale del Governo ci sono chiare indicazioni sull’obbligo di stipulare il Patto per il lavoro e l’inclusione sociale. Chi dimentica di sottoscriverli insieme alla Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro perde immediatamente il diritto al reddito di cittadinanza.