11 settembre: una data che ha cambiato il mondo

11 settembre

11 settembre. Senza voler essere blasfemi sono poche le cose nella storia cui ci si riferisce con un prima e un dopo.

Il nostro calendario è appunto dettato dal prima e dopo Cristo.

Scendendo profondamente di livello, il calcio italiano venne definito prima e dopo Sacchi.

Per quello che riguarda le dinamiche dei rapporti tra nazioni, la libera e sicura circolazione dei cittadini e le dinamiche dei mercati finanziari possiamo ben dire che esiste un prima e dopo l’11 settembre.

11 settembre: per i centennials una data come tante

Per i centennials l’11 settembre è una data come tante …in fin dei conti erano appena nati o addirittura sono nati dopo quel fatidico e tristissimo giorno.

Certo avranno visto qualche filmato del crollo delle torri. Letto qualcosa.

Immagini e suggestioni che nemmeno possono avvicinare quelle di chi quel giorno lo visse in tempo reale.

Negli Stati Uniti ma anche semplicemente davanti alla TV, o anche in volo, nello specifico per Miami/NewYork come mi capitò personalmente venendo rispedito a Madrid senza atterrare negli USA.

E senza sapere cosa stava realmente accadendo.

Ho voluto citare questa esperienza proprio per far capire a chi era troppo piccolo o non c’era che fu una data drammaticamente catartica.

Il mondo si fermò.

Il  primo cambiamento “climatico” riguardò le Borse

Nell’era dei cambiamenti climatici possiamo bene dire che nel mondo finanziario gli attentati di allora portarono a un cambiamento climatico.

Mi spiego.

La premessa è che  prima dell’11 settembre 2001 entravi in agenzia viaggi e le località turistiche dove sapevi che potevi correre qualche rischio di attentati o simili erano numericamente limitate.

Per contarle, forse non arrivavi ad utilizzare la seconda mano.

Ora probabilmente non arrivi alle seconda mano per contare i posti immuni da detti rischi: ammesso esistano…

Questo stato di perenne incertezza psicologica ha portato con sé una sorta di assuefazione alle cose peggiori.

Ed anche le Borse si sono man mano assuefatte.

L’immediata reazione agli attentati fu un collasso dei prezzi che costrinse buona parte delle Borse mondiali alla chiusura temporanea per evitare l’azzeramento dei prezzi di molti titoli.

Lasciamo perdere in questa occasione le teorie che videro l’acquisto di PUT sul settore aereo a livelli record nei giorni precedenti agli attacchi e altre cose che fanno pensare male…

Resta il fatto che comunque in pochi giorni i mercati ebbero la forza di riprendersi.

E da allora nulla fu più come prima.

Post le torri gemelle: zero effetti sui mercati

Attentati, a Londra, a Madrid, a Parigi e in tante capitali di paesi emergenti sono passati e nel malaugurato caso ricapiti passeranno senza effetti per le Borse.

Ormai i listini paiono immuni a qualsiasi rapporto con le dinamiche sociali delle popolazioni.

E così i mercati hanno preso man mano nuovi riferimenti, meno emotivi certamente( e questo può essere positivo) ma che in qualche modo nel tempo potrebbero aprire scenari imprevedibili.

Dall’attentato all’ ”Era della dominazione monetaria”©

Siamo dunque passati da un’epoca in cui tutto il vissuto globale poteva in qualsiasi momento incidere sulle dinamiche delle Borse a una fase storica in cui a contare sono quasi soltanto le mosse della Banche centrali.

Quella che definiamo come l’ ”Era della dominazione monetaria”©.

Un‘era  nata come risposta delle autorità monetarie alla gravissima crisi dei sub-prime per evitare altri casi Lehman Brothers se non il collasso dell’intero sistema bancario occidentale.

Un’epoca fatta di manovre monetarie risolutive (?!?) di ogni problema che ha di fatto ristretto ampiamente l’ambito delle notizie in grado di condizionare le dinamiche dei mercati finanziari.

E in questo settembre 2019, in attesa quasi spasmodica di conoscere le concrete mosse di BCE e FED, lo sappiamo bene.