Sembra sia destinata al capolinea l’avventura delle monetine da 1 e 2 centesimi di euro che oggi riempiono i nostri portamonete. La Commissione UE, infatti, recentemente, ha intavolato una discussione in merito. Entro la fine di dicembre del 2021 dovrebbe sciogliere le riserve sul se ritirare, appunto, le monetine da 1 e 2 centesimi di euro. Approfondiamo, dunque, il tema considerando che, probabilmente, a breve, pochi centesimi di euro potrebbero davvero valere una fortuna.
La valutazione della Commissione UE
L’iter avviato dalla Commissione, in gergo tecnico, prende il nome di valutazione d’impatto. Entrando più nel dettaglio, si tratta di una consultazione pubblica che vedrà coinvolte le Istituzioni, le Autorità pubbliche, la società civile e l’industria. Questa sorta di audizione, che si protrarrà per quindici settimane, si pone l’obiettivo di stimare le possibili e variegate ripercussioni che potrebbe procurare, appunto, il ritiro delle monetine. Soltanto al termine di questo processo di consultazione, all’incirca tra un anno, la Commissione, presenterà, eventualmente, una proposta di legge.
L’intenzione sarebbe quella di ritirare dal mercato le monetine di 1 e 2 centesimi di euro. Il che comporterà l’inevitabile arrotondamento alle cifre più prossime, al rialzo o al ribasso, a seconda dell’ultima cifra. Al momento si tratta, dunque, solo di un’ipotesi di fattibilità, posto che sono i regolamenti comunitari a prevedere questa tipologia di esami. Quindi, per la decisione ultima e definitiva, l’appuntamento è rimandato a fine 2021.
1 e 2 centesimi di euro potrebbero valere una fortuna
La proposta, a dire il vero, non è nuova. Già in passato, da più fronti, erano state avanzate proposte in tal senso, ossia di arrotondare direttamente alla decina dopo la virgola. Ora, al di là di quelle che saranno le decisioni ultime, e che, come già detto, sono di pertinenza della Commissione, c’è un altro aspetto da considerare. Vale a dire il possibile valore da rivalutazione che queste monetine da 1 o 2 centesimi di euro potrebbero avere tra qualche decennio.
Dunque, come detto, 1 e 2 centesimi di euro, potrebbero valere una fortuna. Quindi, tra dieci, venti o anche più anni si potrebbe creare un mercato incentrato sullo scambio dell’attuale conio da 1 o 2 centesimi di euro. L’effetto finale sarà conseguenza, evidentemente, della congiunzione di due parametri:
a) l’effetto rarità, ossia il numero dei pezzi realmente in circolazione;
b) il fattore tempo, per cui ciò che oggi vale, appunto, 1 o 2 centesimi, domani potrebbe valere molto, ma molto di più.